Pescara, lo sgombero dura poche ore: gli abusivi sono già tornati ad occupare

La denuncia di Domenico Pettinari: "Servono più fondi per gli sfratti, unità fisse di polizia nei quartieri più a rischio e un censimento delle abitazioni"

Pescara, lo sgombero dura poche ore: gli abusivi sono già tornati ad occupare

Ancora caos al Ferro di cavallo di Rancitelli a Pescara, considerata la principale piazza di spaccio d'Abruzzo, dove tra rom e attività di droga regna l'illegalità. Dopo gli sgomberi effettuati nella giornata di ieri, lunedì 11 novembre, ora le abitazioni sono state prontamente rioccupate dagli abusivi. A denunciarlo è stato Domenico Pettinari del Movimento 5 Stelle, che si è rivolto alle forze dell'ordine dopo aver appreso la notizia da parte di alcuni residenti della zona: "Questa mattina i due appartamenti sgomberati ieri, di cui oggi si leggono grandi titoli sulla stampa, sono stati rioccupati dopo poche ore dallo sfratto. Ho segnalato immediatamente la cosa e grazie al repentino sollecito è intervenuta la polizia municipale che ha riallontanato nuovamente gli occupanti".

"Presidio fisso"

Il vicepresidente del Consiglio regionale d'Abruzzo ha voluto ringraziare il comandante della municipale Danilo Palestini "per aver contrastato velocemente un atto criminoso ai danni del patrimonio pubblico". Pochi giorni fa vi abbiamo raccontato di altri sfratti avvenuti nel quartiere dell'illegalità nei confronti di alcuni residenti abusivi che, per svariati motivi, non hanno più alcun requisito per abitare in un alloggio popolare. Il consigliere ha perciò ribadito la necessità "di un posto fisso di polizia nel Ferro di cavallo a Rancitelli", altrimenti a suo giudizio non si riusciranno a ottenere i risultati desiderati: "Se ci fosse stata un’unità fissa, infatti, gli occupanti abusivi non si sarebbero potuti neanche avvicinare agli appartamenti".

La corsa all'occupazione da parte degli illegali potrebbe essere contrastata mediante una rapida riassegnazione delle abitazioni, ma fondi e controlli sono carenti: "Riassegnare le abitazioni contestualmente allo sfratto, infatti, ha dei costi che l’Ater non può fronteggiare. I soldi stanziati sono pochi e così per 'sfratti spot', che forse svolgono più una funzione mediatica che sulla qualità della vita dei cittadini, si continua a raschiare il fondo di un barile in cui c’è poco e, alla luce dei fatti, forse gestito male". Il pentastellato ha sottolineato come - al fine di comprendere seriamente le realtà difficili - sia importante "stare in quelle periferie, conoscere le persone senza pregiudizi e capire che vita fanno i poveri pescaresi onesti costretti a vivere gomito a gomito con chi delinque, spaccia, vessa e minaccia rendendo il quartiere la propria roccaforte dell’illegalità".

Pettinari continua ad auspicare soluzioni concrete: "Servono più fondi per gli sfratti, unità fisse di polizia nei quartieri più a rischio e un censimento delle abitazioni disponibili con immediata assegnazione ai cittadini idonei che sono in graduatoria da anni".

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