Piacenza, arrestata nigeriana: gestiva prostituzione di connazionali

La donna, condannata a 11 anni e 4 mesi di galera, aveva fatto perdere le proprie tracce e su di lei era stato emesso un mandato d’arresto europeo: trasferitasi in Belgio, è stata individuata grazie ai social network

Piacenza, arrestata nigeriana: gestiva prostituzione di connazionali

È stata finalmente arrestata la nigeriana di 37 anni condannata nel 2014 per aver fatto parte di un’organizzazione criminale che gestiva la tratta e lo sfruttamento di giovani africane nella zona compresa fra Crema (Cremona) e Rottofreno (Piacenza).

Si tratta di Judith Omoruyi, latitante da ormai 4 anni. La donna, trasferitasi da tempo in Belgio, conduceva una nuova vita quando, invece, avrebbe dovuto scontare in carcere 11 anni e 3 mesi.

I fatti risalgono al lontano 2012. Nell’ambito dell’operazione denominata “Trolley”, la polizia di stato aveva ottenuto dalla Procura il fermo per otto persone coinvolte nello sfruttamento della prostituzione. Dei membri del gruppo cinque erano italiani, tre, invece, nigeriani. Fra questi ultimi c’era proprio Omoruyi, sparita fin da subito dai radar degli agenti.

Le indagini erano poi proseguite e nel 2015 altri due uomini, uno di Catanzaro ma residente a Piacenza, l’altro nigeriano con nazionalità italiana, erano stati arrestati con l’accusa di sfruttamento della prostituzione, riduzione in schiavitù e concorso per favoreggiamento. Per loro una condanna di 8 anni e 6 mesi. Della 37enne, tuttavia, nessuna traccia. Su di lei, imputata per i reati di tratta di persone, riduzione e mantenimento della schiavitù, lesioni personali e sfruttamento della prostituzione, pendeva un mandato d’arresto europeo (Mae).

È stata infine rintracciata a Liegi (Belgio) grazie al prezioso contributo del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia del Ministero dell’Interno che, avvalendosi dell’Open Source Intelligence, ha potuto accedere alla vastissima raccolta di informazioni pubbliche presenti sui social network.

Sono stati proprio i dati presenti sui social, lasciati da amici e parenti della donna e minuziosamente studiati dagli investigatori, a tradirla ed a permettere di localizare la sua posizione.

La 37enne, estradata dal Belgio in data 20 agosto, si trova adesso nella casa circondariale di Rebibbia (Roma).

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