"Notinmyname". La parola d'ordine oggi è questo. Un "no" deciso alla violenza e al terrorismo, un "no" altrettanto forte alla confusione tra quelle che sono le comunità islamiche e i musulmani, in Italia e nel mondo, e il terrorismo che del nome dell'islam vuole appropriarsi per i propri fini e per spargere dolore e sangue.
A Milano e a Roma le manifestazioni principali delle comunità d'Italia, chiamate a raccolta in piazza San Babila, poco lontano dal Duomo del capoluogo lombardo, e in piazza Santi Apostoli nella Capitale. In piazza non solo i musulmani, ma anche alcune sigle sindacali (Cgil, Cisl e Uil) e personaggi del mondo della cultura e della politica.
Già alle tre, appena iniziata la manifestazione milanese, sono almeno tremila le persone in piazza, in rappresentanza di più di novanta associazioni. "Il terrorismo non ha religione" e "non in mio nome" gli slogan che percorrono la piazza, dove sono molte anche le donne e i bambini, chiamati a raccolta dal Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano, Monza e Brianza (Caim).
A Roma è il segretario del Centro islamico della Moschea, Abdellah Redouane, a farsi portavoce del sentimento della piazza. "Il messaggio è chiaro - dice -: il terrorismo non può continuare a colpire ovunque in nome dei musulmani.
Vogliamo che tutto il mondo ci ascolti".A Roma anche Izzedin Elzir, presidente dell'Ucoii. "Insieme possiamo vincere paura e terrorismo - mette in chiaro -, se non lo facciamo hanno vinto i terroristi".
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