La pista rom e il caso Pipitone: il mistero dietro una telefonata

Scartata la pista russa, resta aperta quella nomade. Denise Pipitone potrebbe essere stata rapita o affidata successivamente ad una famiglia nomade. Chi l'ha visto? ha ricordato una strana telefonata ricevuta dal padre, che portò gli inquirenti in un campo rom

La pista rom e il caso Pipitone: il mistero dietro una telefonata

Sfuma la pista Russa. Olesya non è Denise Pipitone, la bimba di Mazara del Vallo scomparsa il 1° settembre 2004: il gruppo sanguigno è diverso. La notizia è arrivata ieri, durante la messa in onda del programma televisivo russo, che aveva lanciato l'appello di Olesya Rostov, una ragazza in cerca della famiglia biologica, che sarebbe stata rapita quando aveva circa 5 anni.

Denise, quindi, non venne portata a Mosca in un campo nomadi, per poi finire in un orfanotrofio ed essere adottata da una famiglia russa. A rimanere aperta è invece la pista rom. Nella puntata di ieri del programma Chi l'ha visto?, Federica Sciarelli ha parlato nuovamente del caso Pipitone, mettendo l'accendo su due punti oscuri legati a tutta la viceda. Il primo riguarda proprio l'ipotesi che Denise sia stata rapita o affidata dopo il rapimento ad una famiglia nomade. Anche gli inquirenti, inizialmente, si concentrarono su questa possibilità, consolidata dalla segnalazione di una guardia giurata di Milano che dopo la scomparsa filmò una bambina molto somigliante alla piccola di Mazara del Vallo in compagnia di una famiglia nomade: "Danàs?", la chiamava la donna nel filmato e la bimba rispondeva con un "dove mi porti?". Ma quella bambina e la donna che era con lei non furono mai rintracciate. Le vicende di Denise sembrano intrecciarsi con una famiglia nomade anche in un'altra occasione. Il 14 gennaio 2005 Piero Pulizzi, padre biologico della bimba scomparsa, ricevette una telefonata sul cellullare: durante la chiamata sentì la voce di una donna straniera e una bambina che piangeva. Gli inquirenti rintracciarono l'apparecchio da cui era partita la chiamata e scoprirono che era interstato a una famiglia che abitava in un campo nomadi a Marsala. Le perquisizioni del campo, però, non portarono a nulla, nonostante il cellullare trovato in possesso della famiglia avesse il numero di Pulizzi salvato in memoria come "Piero Fra".

La chiamata dal telefono della famiglia nomade non è l'unico punto oscuro di questa vicenda. Resta un mistero anche la testimonianza di un uomo che disse di aver visto Denise in braccio al nipote Giuseppe.

Nel corso della puntata di Chi l'ha visto? viene mandato in onda un vecchio servizio, in cui un uomo audioleso riconosce la foto di Denise, spiegando di averla vista, infreddolita, in braccio al nipote che, raggiunto dai giornalisti del programma, negò tutto. La testimonianza dell'uomo, oggi deceduto, non venne mai presa in considerazione dai giudici, che non lo ascoltarono durante il processo di primo grado e non lo ammisero in appello.

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