L'allarme legato al terrorismo islamista si estende anche alla Puglia: nel mirino c'è il porto di Bari. A dirlo è la Direzione Nazionale Antimafia, che nel suo rapporto annuale avanza "l'ipotesi inquientante" che il porto levantino venga usato come cancello d'Italia da terroristi desiderosi di infiltrarsi nel nostro Paese.
Un'ipotesi lanciata dal ministero dell'Interno che però, per la verità, "non ha trovato obiettivi riscontri" sino ad ora. Come non bastasse, nel rapporto della Dna relativo al periodo luglio 2013 - giugno 2014 si sottolinea anche il rischio che il porto di Bari possa divenire "una enclave territoriale controllata dalla criminalità straniera".
Come riporta tra gli altri anche la Gazzetta del Mezzogiorno, gli uomini dell'Antimafia citano, a supporto delle proprie tesi, i "molteplici, eterogenei e quotidiani sequestri e arresti operati nel porto di Bari, transito naturale per tutti i traffici illeciti che passano attraverso i paesi balcanici e, in particolare, stupefacenti, armi, merci contraffatte,
rifiuti e medicinali".Un ambiente insomma a fortissimo rischio di infiltrazioni criminali. Che ora deve prepararsi anche a parare l'eventualità della minaccia terroristica: dalla Sicilia il rischio si estende anche alla Puglia.
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