Sulle colline forlivesi c’è una cittadina di appena 6mila abitanti, si chiama Predappio e, da un po’ di tempo a questa parte, sembra esser diventata l’ombelico del mondo. La sua colpa è presto detta: nel lontano 1883 diede i natali a Benito Mussolini. E non c’è una pietra di quello “sciagurato” paese che non parli la lingua del Novecento. Dal cupolone della Chiesa di Sant’Antonio, scendendo giù per il corso principale e risalendo fino alla Casa del Fascio, l’impronta del Ventennio è evidente.
Un patrimonio architettonico unico per un centro così piccolo. Ma quello che altrove sarebbe un biglietto da visita d’eccezione, qui è una colpa. Le amministrazioni comunali che si sono succedute nel tempo lo hanno sempre saputo e, per evitare guai, non si sono mai mosse. Giorgio Frassinetti, sindaco dem al suo terzo mandato, non si è arreso. È caparbio, si è messo in testa di trasformare l’ex Casa del Fascio, abbandonata e diroccata da più di mezzo secolo, in un centro studi sul Fascismo con annesso polo museale. Qualche mese fa ci aveva raccontato di voler strappare la sua città dall’emarginazione in cui è stata relegata nel '45, anno in cui è diventata “la Chernobyl della storia”, e di volerla inserire “in una rete europea fatta di luoghi che, tutti quanti assieme, restituiscano una topografia del Novecento”.
Il percorso per reperire parte dei fondi necessari (sinora 2 milioni di euro su 5) è stato tutto in salita e, ora che quell’idea comincia a prender forma, bisogna fare i conti con l’indignazione dell’Anpi. Domani, infatti, il progetto di rilancio dell’edificio, la cui ristrutturazione partirà entro il 2018, verrà presentato nella casa natale di Mussolini. E la neo presidente dell’Anpi Carla Nespolo ha già espresso “ferma contrarietà ad una iniziativa che rischia di configurarsi come celebrativa della dittatura fascista”.
Sentito da IlGiornale.it, Frasinetti, replica: “Eppure il 25 aprile del 2014 l’ex vice presidente dell’Anpi Luciano Guerzoni era qui a Predappio con me, e ha firmato un documento a sostegno del progetto, ci sono le carte che lo confermano”. Inoltre, “a curare l’installazione del museo sarà l’Istituto per la Storia e le Memorie del 900 Parri, lo stesso che si è occupato del museo della Resistenza di Bologna”.
Nonostante gli umori ondivaghi di casa Anpi, prosegue Frassinetti, “io vado avanti, io non mi fermo, abbiamo perso troppo tempo, il rigurgito di intolleranza a cui stiamo assistendo è il prodotto del fallimento di una politica trentennale, non abbiamo educato questo Paese e non abbiamo investito abbastanza per fare capire cosa è il Fascismo”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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