"Lo dice l'Istat". Quante volte, riportando i numeri e le valutazioni dell'Istituto nazionale di statistica, abbiamo scritto e abbiamo letto questa formula, come garanzia di autorevolezza e "verità". Bene, oggi il presidente dell'Istat, Gian Carlo Blangiardo (alla guida dell'Istituto da febbraio) dice che i giovani immigrati sono una risorsa per l'Italia e la sua economia ("anche se, anche loro, invecchiano…"), ma fa ben presente come i troppi stranieri in un Paese in crisi possano destabilizzarne ulteriormente gli equilibri.
Blangiardo, intervistato da La Repubblica, sostiene: "Di per sé l'immigrazione è un fenomeno naturale nelle società aperte. Occorre tenere conto di quali numeri si stia parlando in termini di flussi e di contesto. Quando c'è ricchezza, benessere e posti di lavoro in abbondanza, l'immigrazione è un importante contributo alla società. Quando invece le cose non vanno bene, la presenza di flussi consistenti può diventare un fattore destabilizzante".
Insomma, sempre è una questione di numeri. Settant'anni, docente di Demografia all'Università degli Studi di Milano-Bicocca di Milano, Blangiardo valuta così il reddito di cittadinanza tanto caro al Movimento 5 Stelle: "È una misura di contrasto alla povertà assoluta che, tuttavia, nella sua definizione operativa e applicazione, si riferisce ad una platea in parte diversa da quella misurata dall' Istat. Le simulazioni effettuate dall' Istat prima della sua entrata in vigore hanno stimato che il beneficio potrebbe interessare un milione 308 mila famiglie e due milioni e 706 mila individui.
E che circa 400 mila individui attualmente inattivi potrebbero transitare nell' offerta effettiva di lavoro sulla base di quanto disposto dal provvedimento".Però c’è un (grosso) "ma": "Non è escluso che ci possano essere effetti indesiderati, speriamo che siano modesti e che si possano contrastare, magari con correttivi in itinere".
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