Si torna ancora a parlare di Prince Jerry, il richiedente asilo nigeriano morto suicida a Genova. Lo straniero aveva deciso di farla finita a causa del fatto di essersi visto negare il permesso di soggiorno per motivi umanitari, dato che nel suo paese natale non vi era alcun conflitto armato in atto che potesse giustificarne il rilascio.
La sinistra era subito insorta attribuendo l’origine di ogni colpa della sopra citata decisione al decreto sicurezza. Tuttavia la realtà è ben diversa dalla situazione che i radical chic hanno voluto ricostruire per scagliarsi ancora una volta contro il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Subito la colpa era stata attribuita a quella parte della legge che prevede la respinta di richieste di asilo politico nei confronti di migranti economici.
Questa erronea interpretazione delle motivazioni alla base della decisione di negare la domanda di Prince Jerry ha scatenato una vera e propria tempesta mediatica, fomentata dalla sinistra.
C’è però un particolare, di certo non trascurabile, che non è stato preso in considerazione, ed è lo stesso Viminale a chiarirlo con una nota ufficiale, riportata anche su “Repubblica”. “La richiesta di asilo era stata negata prima che il Decreto Salvini diventasse legge ed entrasse in vigore”.
“Il giovane nigeriano aveva avuto risposta negativa alla richiesta di protezione internazionale e umanitaria il 30 luglio scorso, quando il decreto Salvini non era in vigore, ricevendo la notifica il 17 dicembre 2018. Aveva poi deciso di presentare ricorso lo scorso 15 gennaio”.
Tra l’altro, anche dopo aver ricevuto la comunicazione, il giovane nigeriano era comunque rimasto ospite della struttura di accoglienza di Genova.
Il Viminale conclude
dunque con un ulteriore chiarimento. “Appaiono quindi del tutto fuori luogo alcuni commenti e titoli dei media che hanno legato il suicidio del ragazzo alle norme della nuova Legge Sicurezza”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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