I profughi nelle caserme. Se ne parla da molto tempo, forse adesso ci siamo. Una volta per tutte.
Il Viminale sta studiando un piano per accogliere almeno cinquemila richiedenti asilo nelle ex strutture delle Forze Armate, per un investimento complessivo di oltre quaranta milioni di euro.
Caserme in disuso, arsenali, carceri militari, depositi di munizioni e rifornimenti sparsi per l'Italia. Nel progetto messo a punto dal dicastero guidato da Angelino Alfano sono soprattutto le Regioni del Nord a mobilitarsi maggiormente per accogliere i profughi nelle ex strutture militari. Otto sono i siti individuati in Lombardia, undici in Veneto e ben quattordici in Friuli Venezia-Giulia. Oltre il doppio di quelli individuati in tutto il Meridione, Sicilia compresa.
La speranza è quella di alleggerire la pressione sulle strutture del ministero dell'Interno e su quelle private prese in affitto, già gravate di decine e decine di migliaia di "ospiti". Ma il Viminale sa bene che spostare i profughi da una struttura a un'altra non farà altro che nascondere la polvere sotto il tappeto.
Ed è così che oggi, in occasione del meeting ciellino di Rimini, il ministro Alfano ha annunciato come da settembre alcuni migranti attualmente presenti in Italia saranno ricollocati in Germania. Una "notizia importante", l'ha salutata Repubblica, secondo cui l'iniziativa italo-tedesca darà effettivamente avvio alla relocation dei profughi fra i vari Stati dell'Unione Europea.
La speranza è beata per definizione, ma le basi che la sostengono sono molto fragili. La Germania, è infatti noto, è il Paese europeo che sino ad ora ha accolto più migranti, oltre un milione. Gli altri Paesi, soprattutto quelli dell'Europa orientale, hanno ripetutamente fatto sapere di non avere alcuna intenzione di imitare le politiche dei tedeschi. In oltre un anno, la percentuale di migranti ricollocati da Italia e Grecia è risibile, nonostante la sfilza di pubbliche attestazioni di unità e solidarietà europee.
Difficile
dunque immaginare che lo sbandierato accordo raggiunto in occasione del vertice a tre di Ventotene, raggiungerà obiettivi più lontani di quelli enunciati in una dichiarazione che ha il sapore della propaganda.
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