Profughi vicini a "Schengen" "Se va male andremo in Italia"

Budapest richiama 500 riservisti e arresta 20 croati: ricacciavano in Ungheria i profughi. Spunta il piano "b": "Andiamo a Gorizia"

Profughi vicini a  "Schengen" "Se va male andremo in Italia"

Nuove accuse di Budapest a Zagabria sulla crisi dei profughi. Dopo il portavoce del governo, a puntare il dito contro la Croazia è stato il ministro degli esteri ungherese, Peter Szijjarto, che ha rinfacciato al Paese vicino di aver "mentito" all’Ungheria e all’Unione europea parlando dell’esistenza di un accordo bilaterale sull’invio di migliaia di migranti dalla Croazia al confine ungherese. "Invece di preoccuparsi e prendersi cura dei profughi, li hanno inviati in Ungheria. È questa la solidarietà europea?", ha detto Szijjarto in una conferenza stampa, come riferito dai media a Belgrado. Per questo, ha aggiunto, l’Ungheria accelererà l’innalzamento di barriere al confine con la Croazia, là dove sarà necessario. "Noi vogliamo proteggere l’Unione europea, le frontiere della zona Schengen e l’Ungheria in conformità alle norme europee", ha ancora detto Szijjarto. Intanto i profughi che si trovano tra Serbia, Croazia e Ungheria cominciano a pensare all'Italia come meta finale del loro viaggio.

"Prima dovevamo passare per l’Ungheria. Poi siamo venuti in Croazia. Adesso ci dicono che la Slovenia è chiusa...", affermano alcuni. Ed è qui che spunta il piano B. Gorizia. "Perché se va male, c’è sempre l’Italia". Dal muro ungherese al muretto friulano. Fast track. Tutti ci pensano, pochi lo dicono. I migranti conoscono gli ingressi riservati: l’Italia è dei maghrebini come la Polonia è degli ucraini. Insomma l'obiettivo è chiaro. Adesso i profughi potrebbero arrivare a casa nostra.

Le autorità austriache hanno iniziato a negare l’ingresso nel Paese ai migranti che tentano di superare il confine con la Slovenia. Lo ha riferito un portavoce della polizia della provincia sudorientale della Stiria. Sono circa un centinaio le persone alle quali nella notte è stato impedito di entrare in Austria dalla Slovenia al valico di confine di Spielfeld poiché, ha riferito il portavoce, non avevano presentato domanda di asilo, né erano in possesso di documenti di viaggio validi.

La decisione della polizia è giunta dopo che ieri il ministro dell’Interno austriaco, Johanna Mikl-Leitner, aveva criticato i migranti che non avevano presentato domanda di asilo nei paesi balcanici attraverso i quali avevano fatto ingresso in Europa e avevano deciso di procedere verso nazioni più ricche. In base alle attuali regole dell’Unione Europea, i migranti devono
presentare la richiesta di asilo nel primo paese di accesso.

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