"Pronta autobomba per gli infedeli". Un jihadista in manette a Roma

Un macedone era pronto a partire per combattere con l'Isis. Le conversazioni con il tunisino: "Vieni in Turchia, al resto penso io"

"Pronta autobomba per gli infedeli". Un jihadista in manette a Roma

Sono tre i mandati d'arresto spiccati dai carabinieri, nei confronti di persone che si ritiene siano legate al sedicente Stato islamico. Con l'accusa di associazione con finalità di terrorismo gli uomini del Ros hanno fermato un macedone e un altro straniero, della stessa nazionalità, è stato arrestato.

Si tratta di Vulnet Maquelara, conosciuto con il nomignolo di Carlito Brigande e di Abudla Kurtishi, evaso dal carcere nel suo Paese originario e in contatto con il primo. Un'altra ordinanza è stata emessa con Firas Barhoumi, un tunisino che pensa in Iraq, dove combatterebbe come foreign fighter.

Vulnet Maquelara era già ricercato in Macedonia, accisato di reati contro la persona e il patrimonio. A novembre era stato arrestato dai carabinieri, che avevano anche perquisito la sua abitazione, trovando lettere con frasi in arabo e fotografie che facevano pensare a contatti dell'uomo con gli ambienti dell'islam radicale.

Sarebbe stato Barhoumi a convincere il macedone a partire per l'Iraq, dove il 29enne tunisino si era offerto volontario per un'operazione suicida contro "gli infedeli" da mettere in atto con un'autobomba. Nei messaggi scambiati tra i due sull'applicazione Telegram la volontà di Vulnet Maquelara di partire e raggiungere Barhoumi, a cui chiedeva indicazioni per raggiungere l'Iraq.

"Se mi puoi scrivere le strade, le cose, come faccio, da dove, cerco inshallah piano piano di

arrivare là", diceva Maquelara a Barhoumi, che gli chiedeva soltanto di raggiungere la Turchia. Da là, come per tutti i foreign fighters diretti in Siria o in Iraq, qualcuno avrebbe pensato a dar loro una mano.

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