"Cambio sesso ai minori". Si del Comitato bioetico

Il Comitato Nazionale per la Bioetica ha proposto il "cambio di sesso" con la triptorelina per i più giovani con il disturbo dell’identità sessuale

"Cambio sesso ai minori". Si del Comitato bioetico

Bloccare medicalmente, con dei farmaci, la pubertà preadolescenziale a quei soggetti che sono affetti dalla disforia di genere, ovvero il disturbo dell’identità sessuale.

È la proposta del Comitato Nazionale per la Bioetica, che ha appunto dato il suo avallo alla possibilità avanzata dall’Agenzia italiana del farmaco, di servirsi della triptorelina nei suddetti casi.

La triptorelina, infatti, è un farmaco in grado di bloccare l’attività dell’ipofisi e dunque a stoppare la pubertà, contenendo così le trasformazioni fisiche e, di conseguenza, lo sviluppo all'origine della sofferenza dei ragazzi o delle ragazze che non si riconoscono maschi o femmine e che, al contrario, esprimono forte il desiderio di appartenere al genere opposto del proprio sesso di nascita.

La protesta

Protesta sonoramente il Centro Studi Livatino che - formato da magistrati, docenti universitari, avvocati e notai – "esprime sorpresa e preoccupazione" per la convinzione espressa dal CNB. Il gruppo, dunque, scrive:"I pareri del CNB si sono sempre distinti per rigore scientifico e sono stati un riferimento autorevole per le tematiche bioetiche. In questo caso invece il CNB ha avallato un farmaco per una indicazione che, come lo stesso comitato riconosce, non ha evidenze scientifiche a sostegno (l’astensione dei due rappresentanti dell’Istituto Superiore di Sanità e del Consiglio Superiore di Sanità è significativa al riguardo), e mostra una serie di gravi controindicazioni, che comunque emergono dal documento: esse avrebbero dovuto far concludere per un no a un percorso controverso e potenzialmente pericoloso per la salute fisica e psichica dei minori coinvolti. La cautela all’uso del prodotto esposta nelle ‘raccomandazioni’ somiglia troppo alla tecnica adoperata in talune leggi – per tutte, la 194/1978 – che, prospettando deroghe in ‘casi particolari’, in realtà introduce un cambio di regime con immediata applicazione a chiunque, in violazione del principio di precauzione".

Infine, la critica alla cultura della fluidità di genere: "Da giuristi siamo preoccupati in particolare in ordine al consenso informato del minore e della sua famiglia, che si trovano a prendere decisioni così serie in mancanza di vere informazioni scientifiche, in un clima culturale condizionato da elevata pressione ideologica verso la cancellazione della identità di genere maschile/femminile: l’uso di questo farmaco di fatto suggerisce il modello “gender fluid” in età sempre più precoce.

Ancora più sorprendente è che il parere sia stato approvato con un solo voto contrario – quello della prof.ssa Morresi, che ha motivato una apposita postilla – e abbia invece ricevuto il voto favorevole di suoi illustri componenti dai quali ci si sarebbe attesa una netta e ragionata opposizione".

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