Vicenzo Riboni è un medico vicentino, con esperienza in missioni umantiarie in Kosovo, Guatemala e mezza Africa, ma soprattutto con un grande senso etico. Una carriera inappuntabile, che però ora è stata interrotta da una sospensione dal servizio.
Bloccato fino al 2 ottobre, senza stipendio. Invitato a smaltire le ferie arretrate per poi incamminarsi verso la pensione. Tutto perché a gennaio 2016 aveva denunciato un'atroce gara fra infermieri che si sfidavano a chi infilava l'ago più grosso nelle vene dei pazienti, in un ospedale pubblico di Vicenza.
Un gioco folle con tanto di tabellone dei punti e risate in chat alle spalle dei pazienti che si volevano utilizzare come puntaspilli. Venuto a conoscenza dei fatti, il dottor Riboni aveva denunciato tutto.
Ma ora il sindacato autonomo di infermieri Nursind ha deciso che chi dev'essere messo sotto accusa è proprio il primario. "È uno che non le manda a dire - si argomenta contro il medico - per difendere un principio, in un luogo nevralgico come il Pronto soccorso, può litigare con tutti". Secondo le parole del segretario di Nursind Andrea Bottega, riportate dal Corriere del Veneto, "la vicenda era inventata e la gara mai avvenuta: ora chi pagherà i danni di immagine al Pronto Soccorso?".
Peccato che i partecipanti alla chat siano stati trasferiti silenziosamente ad altri reparti, mentre nel procedimento disciplinare contro un infermiere si può leggere che la condanna contro quello che viene definito"uno sviamento dall’attività istituzionale e un uso improprio del telefono cellulare personale, che in costanza di servizio dovrebbe essere utilizzato solo per le emergenze e non per attività di svago, come lo
scambio in una chat privata di messaggi e di immagini dal contenuto futile, di dubbio gusto e lesivo della dignità dei pazienti."Parole eloquenti. Tanto che adesso il dottor Riboni ha deciso di rivolgersi alla magistratura.
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