L'ira degli immigrati regolari: "Basta clandestini, arriva di tutto"

Ad Agrigento la comunità senegalese denuncia spacciatori e degrado nel proprio quartiere: "Siamo qui da trent'anni e non possiamo più vivere così, occorre sicurezza"

L'ira degli immigrati regolari: "Basta clandestini, arriva di tutto"

“Queste cose nel mio paese non sarebbero accadute, nel giro di poche ore i responsabili sarebbero stati arrestati, qui c’è poca sicurezza”: potrebbe sembrare una delle tante richieste di un maggiore controllo del territorio ad opera di un cittadino italiano che nota degrado nel suo quartiere, a parlare invece è un cittadino senegalese che vive ad Agrigento.

Qui la comunità di cittadini del paese africano è presente da più di trent’anni, vive e lavora nella città dei templi avendo sempre un ottimo rapporto con gli agrigentini: “Mi alzo alle 4 per andare a montare le bancherelle al mercato ogni mattina – dichiara un senegalese arrivato in Sicilia nel 1994 – Non posso avere paura di camminare nella mia zona”.

E la zona in questione è quella di piazza Ravanusella, cuore della Agrigento araba. Il quartiere è tra i più antichi del centro storico, risale alla dominazione saracena e fino agli anni ’50 nella piazza sopra citata ha sede lo “scaro”, il mercato cioè di frutta e verdura: i colori dei prodotti della campagna, nelle foto d’epoca, sono ben assortiti a quelli dei prospetti delle casette circostanti. Alle spalle della piazza, sorgono vicoli e traverse che si arrampicano fino alla centrale via Atenea e che, per decenni, risultano come una sorta di “tabù” per gli agrigentini. Qui infatti fino a pochi anni fa hanno sede le case chiuse, utilizzate per diverso tempo da quelle donne che esercitano il mestiere più antico del mondo.

È in questo contesto che si insedia la comunità senegalese. Ravanusella di fatto diventa una zona interamente africana: da un lato è possibile scorgere il degrado di un quartiere abbandonato dagli agrigentini, dall’altro però i cittadini del Senegal qui presenti non destano mai preoccupazione sotto il profilo dell’ordine pubblico. Già dagli anni ’90 la più vicina scuola elementare accoglie i figli dei primi migranti e non si segnalano problemi nella loro integrazione.

Ma adesso l’equilibrio sembra essersi rotto. E sono gli stessi senegalesi a puntare il dito contro la recente ondata migratoria: “In trent’anni mai un problema – dichiara “Papi”, come viene soprannominato dagli agrigentini che lo riconoscono quale leader storico della comunità senegalese – Ma da qualche anno a questa parte la situazione è peggiorata. È arrivato di tutto, non c’è controllo e nel quartiere si spaccia”.

L’ultimo episodio fa infuriare i senegalesi: alcuni di loro nelle scorse settimane denunciano alla Polizia lo spaccio di droga tra i vicoletti di Ravanusella compiuto da alcuni gambiani, per ritorsione giovedì sera un gruppo di giovani provenenti da questo paese africano sfonda la porta di un’abitazione e fa irruzione. Due senegalesi che in quel momento sono dentro quella casa vengono picchiati e sfregiati con alcune bottiglie di vetro rotte. Per terra, il giorno dopo, ci sono ancora i segni della colluttazione.

“Questi qui – dichiara un cittadino senegalese alludendo ai ragazzi del Gambia – Arrivano senza controllo, non stanno nemmeno nel nostro quartiere ed entrano dentro le nostre case. È inaccettabile”.

E la comunità chiede l’intervento delle forze dell’ordine: “Sta diventando una polveriera – conferma un Carabiniere giunto dopo l’ennesima segnalazione – Da qualche anno non si ragiona più”.

Uno dei pochi cittadini agrigentini rimasti nella zona, rimarca: “Riconosco il fatto che con i senegalesi non ci sono mai problemi, ma di mattina arrivano alcuni ragazzi che riforniscono di droga molti studenti che prima di andare a scuola comprano qui di tutto. E nessuno fa nulla”. Uno sfogo in comune quello di agrigentini e senegalesi: l’enorme flusso migratorio degli ultimi anni lede equilibri che, pur tra mille problematiche, vanno avanti da almeno due decenni.

La città che negli anni passati vede la trasformazione di diverse strutture ricettive in centri d’accoglienza, oggi tocca con mano gli effetti collaterali di un’immigrazione senza controllo avvenuta soprattutto dal 2011 in poi. Liti, tensioni e degrado: ecco gli spauracchi con cui convivono cittadini ed immigrati che lavorano qui dagli anni ’90.

“Guardi quel ragazzo – indica un altro senegalese con riferimento ad uno dei giovani gambiani accusati di spacciare nella zona e, forse, tra i responsabili dell’aggressione sopra denunciata – È visibilmente alterato, non dorme nemmeno qui, ma arriva e causa problemi. Nel mio paese sarebbe subito in galera, non capisco perché qui non si prendano provvedimenti”. Quel ragazzo in effetti, che può avere poco più di 18 anni, viene subito dopo controllato dai Carabinieri chiamati in zona da alcuni residenti. Si regge a malapena in piedi, i militari dell’Arma perquisiscono lo zaino, al suo interno alcune bottiglie e poi lo allontanano dall’area per evitare altre tensioni. L'indomani, dicono il giorno seguente alcuni senegalesi ai nostri microfoni, il ragazzo è di nuovo tra i vicoletti di questa zona.

È questa la quotidianità del quartiere Ravanusella, specchio di tanti altri quartieri in tutta Italia dove la “nuova” immigrazione crea problemi a tutti: agli italiani, ma anche a quei migranti arrivati da diversi anni.

La richiesta di aiuto dei senegalesi alle forze dell’ordine ad Agrigento, è una viva testimonianza di tutto ciò. Alla fine la richiesta è la stessa di molti altri cittadini: vivere in sicurezza e con maggiori controlli nelle zone a rischio.

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