Il video della spedizione punitiva di cinque siciliani ai danni di tre migranti egiziani a San Cono (Catania) ha scosso l'Italia. Il procuratore capo di Caltagirone, Giuseppe Verzera, aveva subito parlato della possibilità che le motivazioni del gesto fossero a "sfondo razziale".
Il raid punitivo contro i migranti
Ma i cittadini dei San Cono, che condannano le violenze, non vogliono passare per razzisti. E ai microfoni della televisione locale Kalat News hanno raccontato come la reazione dei ragazzi sicialiani sia stata "provocata da precedenti aggressioni".
"Da circa un mese c'erano tensioni con questi migranti - dice un signore sceso in piazza - Provocano risse e continuamente istigano i nostri ragazzi con violenze. Tre giorni fa c'è stata un'agrgressione a un ragazzo 19enne picchiato dai quei migranti che ora sono in ospedale". Erano - aggiunge - "in otto contro uno". Il tutto sarebbe successo "in una pubblica piazza alla presenza di molte persone". Quindi testimoni della violenza.
Sia chiaro: nessuno ha speso parole di sostegno alla spedizione punitiva. I cittadini hanno solo cercato di spiegare cosa si nasconde dietro questa reazione dei ragazzi arrestati: Giacomo e Davide Severo, di 32 e 23 anni, e Antonino Spitale, 18 anni.
"Noi di San Cono - afferma un altro abitante del paesino - abbiamo paura di far uscire i nostri figli di casa. Ci sono molti rischi. Questi migranti escono con i coltelli, con le cinture con i bastoni. Noi genitori cosa dobbiamo fare?".
"Siamo per l'accoglienza di tutti - conclude - però la violenza scaturita da circa un mese, le risse che stanno avvenendo non erano mai successe in 30anni in questa comunità".
L'interrogatorio di garanzia
"Non c'è stata alcuna premeditazione, ma solo un fatto congiunturale dietro l'episodio di San Cono". A dirlo è stato l'avvocato Pietro Marino, il legale che ha seguito durante l'interrogatorio di garanzia i fratelli Davide e Giacomo Severo di 23 e 32 anni e Antino Spitale di 18. "Due dei miei assistiti che come ogni sabato e domenica si recavano in paese a comprare i dolci - ha aggiunto - sono intervenuti per sottrarre il terzo indagato proprio durante un'aggressione da parte degli egiziani.
In pratica si sono solo difesi, non c'è stata alcuna imboscata. In questi giorni sono state scritte tante fesserie, ma ogni episodio che compone questa storia verrà chiarito in sede processuale".Intanto il Gip, Ivana Cardillo, deciderà se tenere o meno in arresto i tre indagati.
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