Immigrati sì, ma per favore non tra i piedi. È scoppiata la rivolta a Capalbio, tempio e quartier generale estivo della sinistra chic, contro l'ipotesi di ospitare da quelle parti qualche centinaio di disperati allo sbando. Giornalisti, scrittori, intellettuali e manager soliti pontificare a favore dell'accoglienza, a scappellarsi di fronte a vescovi e cardinali che predicano l'ospitalità per chiunque, a dare dei razzisti a chi, come noi, invoca limiti e regole, proprio non ci stanno a condividere il loro angolo di paradiso terrestre con chi non appartiene alla loro casta. Oltre a quella del sindaco, di sinistra, questi unti dal signore hanno la mia solidarietà. Solo dei deficienti possono pensare di trasformare uno dei borghi più belli d'Italia, e tra i più belli al mondo, in un centro di accoglienza a cielo aperto. Dopo aver distrutto quasi tutto, questo governo non può pensare di minare anche le bellezze paesaggistiche mettendo in fuga il turismo dal portafoglio gonfio, come accadde ai tempi di Monti con la super tassa sullo stazionamento in porto degli yacht e le retate fiscali a Cortina.
Detto della solidarietà, quello che rende ridicolo il clan di Capalbio non è soltanto la contraddizione tra il dire e il fare che smaschera una ipocrisia a noi ben nota. È il non capire che ogni italiano ha la sua Capalbio da difendere, esattamente come fanno loro. Che sia il vecchio quartiere dove si è nati e cresciuti, il giardinetto sotto casa, la piazza del paese: tutto ciò che si sente proprio, tutto quello a cui si dà valore non può essere invaso, deturpato e oltraggiato, neppure in nome della solidarietà, neppure se lo dice il Papa, neanche per sdebitarsi di dolori e sofferenze che non possono certo essere imputabili a noi.
Così come la convivenza, anche l'accoglienza deve avere regole. E senza buon senso non c'è regola che possa funzionare. Capalbio è la nostra Cappella Sistina, che financo Francesco si guarda bene da trasformare in un bivacco.
Che la piantassero, Alfano e soci, di diramare ordini e circolari senza senso. E che la piantassero, gli chic sinistrorsi di Capalbio, di voler far fare a noi quello che a loro fa schifo. Questa sinistra al caviale è davvero indigesta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.