Rigopiano, un anno dopo: "Ci hanno lasciati soli. Siamo distrutti"

Proseguono le indagini: la procura ipotizza reati che vanno dall’omicidio alle lesioni colpose plurime, dal falso all’abuso edilizio

Rigopiano, un anno dopo: "Ci hanno lasciati soli. Siamo distrutti"

Le operazioni di sgombero dell'Hotel Rigopiano sono appena incominciate. A un anno di distanza, a Farindola, il Comune più vicino all'hotel, verrà celebrata una messa di commemorazione, poi ci sarà una manifestazione organizzata dai parenti delle vittime. Ventinove in totale.

Il ricordo

"La sera del 17 gennaio, un anno fa, nevicava tantissimo", ha ricordato a La Stampa Nicola Colangeli, padre di una delle vittime di Rigopiano. "Erano già caduti più di settanta centimetri. Pulivano le strade con il vomero, che sollevava grandi cumuli ai bordi della carreggiata. Ma i cumuli crollavano sotto il peso della neve che continuava a cadere. Quel giorno, c’erano state tre scosse di terremoto. Il proprietario dell’albergo era molto preoccupato. Aveva avvertito la Provincia e la Regione. Gli avevano detto di stare tranquillo: garantivano la massima sicurezza. Sarebbero venuti a sgomberare".

A un anno di distanza la rabbia è tanta. "Lo Stato ci ha abbandonato", ha affermato Colangeli. "Siamo distrutti. Moralmente e fisicamente. Nessuno ci aiuta. Troviamo tutte le porte chiuse. Il Presidente della Repubblica non è mai venuto qui. Se fossero morte 29 bestie, 29 lupi, sarebbero arrivati da tutte le parti. Ma qui sono morte 29 persone, di cui 11 sul lavoro, e addirittura l’Inail non ci riconosce niente. Nemmeno il funerale abbiamo ripreso. Dopo questa maledetta valanga".

La replica dell'Inail

L'Inail ha specificato che "nel caso di Marinella Colangeli e di altri tre lavoratori deceduti nell’hotel non si sono purtroppo verificati i presupposti per la concessione di una rendita ai familiari, mentre per gli altri sette morti sul lavoro l’Inail ha già costituito le rendite ai superstiti previste dalla legge.Per quanto riguarda invece l’assegno funerario sarà erogato anche alla famiglia Colangeli, dopo la presentazione della documentazione che attesta i costi che hanno dovuto sostenere per il funerale della figlia".

Gli indagati

Le indagini non sono ancora chiuse. La procura di Pescara ipotizza reati che vanno dall’omicidio alle lesioni colpose plurime, dal falso all’abuso edilizio. In totale sono 23 le persone indagate. Vivono tutte vicino ai parenti delle vittime. "È indagato il mio medico curante. È indagato il sindaco, che conosco bene. È indagato il tecnico comunale, un mio parente. Ma io non sono arrabbiato con loro. Io ce l’ho con la Provincia. Loro hanno la colpa maggiore", ha dichiarato Colangeli.

L'inchiesta

"La comunicazione da parte gestione del Ccs della Prefettura di Pescara non ha funzionato così come la valutazione del rischio iniziale e il fattore tempo è vitale perché per un soccorritore la differenza tra un minuto e un'ora è tanta".

Lo ha affermato Costantino Saporito, segretario nazionale Usb-Vigili del fuoco nell'inchiesta giornalistica di Ezio Cerasi. "Nel mattinale del 18 gennaio 2017 della Sala operativa Nazionale dei Vigili del fuoco la parola Rigopiano non c'è, solo il giorno dopo c'è traccia del protocollo di emergenza".

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