È bastato un feto di poche settimane, raffigurato mentre ancora galleggia nel liquido amniotico e affisso sui muri della Città Eterna, a mandare in ebollizione le femministe dem.
Tra loro non poteva mancare la senatrice Pd Monica Cirinnà, prima firmataria della legge sulle unioni civili ed icona delle battaglie per distribuire diritti urbi et orbi. A tutti ma non proprio. Se, ad esempio, sei un convinto sostenitore delle tesi pro-life, non hai diritto di parola. Figuriamoci di affiggere un manifesto. Così anche la senatrice si è unita al coro delle piddine indignate. E dal suo profilo Facebook ha definito “vergognosa” la campagna contro l’aborto promossa dalla onlus ProVita. “È vergognoso – scrive la parlamentare – che per le strade di Roma si permettano manifesti contro una legge dello Stato e contro il diritto di scelta delle donne”. Il messaggio, corredato dall’hashtag #rimozionesubito, ha scatenato migliaia di reazioni social. Non tutte benevole nei confronti della madrina dell’omonima legge.
“Il diritto di scelta – si legge tra i commenti – è vero diritto solo se è consapevole, questo manifesto aiuta nella consapevolezza”. E ancora: “Vergognoso è il suo commento, visto che esiste la libertà di espressione che può anche essere contro una legge dello Stato, se non è una manifestazione violenta”.
Un altro utente domanda: “Si può, in un Paese libero, protestare pacificamente (con un manifesto), oppure, vige già la dittatura del pensiero unico? Poi mi raccomando a parole tutti a favore della libertà di espressione”. Per concludere, c’è chi rammenta alla Cirinnà che “il fascismo è finito” e “se non le piace quel cartellone, non lo guardi”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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