Si colora di nuovi particolari la querelle su Jolanda di Savoia. Forse ricorderete: la Lega denunciò il "boicottaggio del Pd" ai danni del Comune emiliano romagnolo, che si è trovato a pochi giorni dalle elezioni regionali senza tre dipendenti su cui sperava di contare. Non sono mancate polemiche, accuse a Bonaccini e esposti ai carabinieri. Ma ora, dopo essersi dichiarato disponibile a diffondere il contenuto delle telefonate con gli esponenti dem, il sindaco di Jolanda ha deciso di "puntualizzare alcune circostanze". Rivelando il contenuto di quei nastri.
Tutto inizia quando il vicesindaco, Elisa Trombini, avrebbe ricevuto l'offerta da parte di Bonaccini di candidarsi nelle liste di centrosinistra. Lei non rifiuta né accetta, ma poi sceglie di schierarsi con la Borgonzoni e di accettare l'invito della leghista a presentarsi alle regionali. Nell'esposto consegnato ai carabinieri, il sindaco Paolo Pezzolato mette nero su bianco la propria ricostruzione dell'intera vicenda. Racconta che il 19 dicembre Trombini avrebbe telefonato al governatore dem per comunicargli la decisione finale. "Elisa visivamente turbata - si legge nell'atto - riferiva a me e agli altri commensali che Bonaccini, avendo appreso del suo diniego e della sua adesione alla lista contrapposta, aveva assunto un tono irritato, tanto da chiudere la comunicazione con una frase che lei ci riportò testualmente: 'Se vinco io, tu e il tuo Comune siete finiti'".
La telefonata di Bonaccini
Il giorno successivo il presidente della Regione avrebbe telefonato allora al sindaco di Jolanda, che registra la conversazione. Parole che oggi Pezzolato ha riportato "testuali" su Facebook. "Io ieri sera ho parlato con Elisa… - è il discorso attribuito a Bonaccini - dalla telefonata non mi ha detto che si candida con la civica della Borgonzoni… se la scelta è quella è chiaro che poi succede qualcosa nei rapporti con voi… te lo volevo dire perché se è così, se per caso vinco io come è probabile, dopo però non mi cercate più… io non ho detto che deve candidarsi con me… diceva di no punto… sto dicendo che se me la ritrovo candidata di là… io il punto è parlane con lei e dille che ti ho chiamato… la cosa che dico solo è che dal candidarsi con me al trovarmela di là…. chiaro che dopo allora c'è un giudizio".Per il sindaco di Jolanda si tratta di un "atteggiamento minatorio", non adatto a chi riveste un ruolo nelle istituzioni. Sul momento lascia passare, convinto che il tutto non possa avere "pregiudizi verso la mia amministrazione". Poi però lo doccia fredda. Alcuni comuni limitrofi decidono "sottrarre in maniera anomala risorse di personale importantissime per il mio Comune che mi erano state appena concesse". Il sindaco infatti aveva chiesto "l'utilizzo condiviso di cinque dipendenti", ma "dopo la pubblicazione delle liste" un Comune rifiuta "il nulla osta", un altro revoca "la precedente adesione" e un altro ancora anticipa "la scadenza concordata". Solo un caso?
Il dialogo con l'altro sindaco
Pezzolato sul suo profilo Fb entra allora nel merito della questione. "Alla fine - scrive - è risultato chiaro il senso di quella telefonata (di Bonaccini, ndr) tendente a farmi convincere Elisa a non candidarsi con nessuno se non volevo avere ritorsioni". A quel punto avrebbe telefonato al sindaco di Riva di Po, Andrea Zamboni (csx), per avere spiegazioni. E anche in questo caso registra la conversazione e la trascrive sui social: "In campagna elettorale - sono le frasi attribuite a Zamboni - purtroppo la situazione è questa…. Paolo io ti ho dato dei messaggi deve passare la campagna elettorale…io capisco la tua situazione ma tu capisci anche la mia che avevo il coltello puntato nella schiena…la rimandiamo di due settimane poi andrà come andrà…saranno 15 giorni di inferno…quando fai discorsi di carattere politico essendo tesserato di un partito bisogna anche di... ho il fiato puntato sul collo di chi diciamo governa più in alto… siccome io non devo fare carriera a me non me ne frega niente…ma un po' di disciplina la vuole".
Al collega, Pezzolato fa presente che la decisione di revocare la collaborazione gli erano sembrate "ritorsioni comandate da Bonaccini". Chiede a Zamboni di intercedere per lui presso il presidente, ma non è possibile.
"Te l'ho già detto - avrebbe risposto lui - devono passare questi 15 giorni... vedrò se riesco a muovere in quel senso lì…dico che provo, sicuramente, certo". Una vicenda che Salvini considera "pazzesca". E di cui non resta che attendere gli sviluppi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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