Il fenomeno è curioso. È come se in Albania e Kosovo ci fosse un passaparola che va avanti da un decennio: se vuoi mandare un figlio (minore) in Italia per farlo formare a spese dei contribuenti, meglio scegliere una regione rossa. Tipo l’Emilia Romagna o la Toscana.
Nonostante il calo degli sbarchi nel 2018 e 2019, l’Italia garantisce vitto, alloggio e percorsi di integrazione a 7.580 migranti sotto la soglia della maggiore età. Di questi, la maggioranza arriva proprio dall’Albania. Parliamo di 1.662 persone (un flusso costante nel tempo), ovvero il 22% degli Msna censiti nel territorio nazionale. A questi, vanno aggiunti altri 359 kossovari, nazionalità all’ottavo posto della strana classifica che registra "un aumento della presenza" di minori di queste due nazionalità. Due particolarità: gli albanesi accolti a Firenze hanno un’età media di 17,4/17,5 anni (un caso?) e quasi nessuno, neppure tra i kossovari, risulta irreperibile. Il motivo è semplice: è qui che vogliono rimanere.
Secondo quanto emerge dal report del Ministero del Lavoro, chi parte da Tirana o Pristina sa bene dove dirigersi. La maggior parte degli albanesi sono infatti accolti in Emilia Romagna e Toscana. Lo stesso vale per i kossovari, che in numero minore si concentrano anche in Friuli Venezia Giulia e Veneto. "Questo - spiega una fonte del Comune di Firenze - lascia presupporre l’esistenza di un racket organizzato e governato da qualcuno che li porta prevalentemente in queste città".
La domanda però è un’altra: perché? Semplice, spiega la fonte, la colpa è del "buonismo peloso" dei governanti: "Il problema deriva da alcuni anni del governo di sinistra. Io lavoro per una amministrazione di sinistra e vedo i limiti di un buonismo da salotto che crea opportunità per chi vuole approfittarne".
Facciamo l’esempio di Firenze. I migranti arrivano perché "mancano i controlli" e perché, tutto sommato, "il servizio è attrattivo". Si forma una sorta di passaparola: "Vengono come se fosse un hotel. Dicono: ‘Ci sono belle strutture e si mangia bene’”. Inoltre, spiega una operatrice del settore, "i ragazzi albanesi e kossovari hanno una rete comunitaria molto ampia sul territorio toscano". Così mentre chi approda a Lampedusa spesso non ha obiettivi precisi, loro puntano a Emilia e Toscana perché sanno di trovare "un sostegno" e l'assist di amministrazioni distratte.
A Firenze sono ospitati 270 tra kossovari e albanesi, l’80% del totale degli Msna. Arrivano a volte illegalmente, spesso accompagnati dai parenti o in autobus. Una volta in città si presentano dalla polizia municipale, dichiarano di essere non accompagnati, vengono portati in una struttura di accoglienza e qui rimarranno fino ai 18 anni. Sfruttando tutti i servizi (scuola, formazione, ecc) che il Belpaese garantisce.
Nel 2018/2019 il teatrino si è ripetuto nel 54% dei nuovi ingressi sotto la cupola del Brunelleschi. "La municipale se li trova lì e li consegna ai servizi sociali come un pacco - spiega la fonte - Non verifica se sono davvero non accompagnati o, come spesso accade, se hanno parenti in Italia". A volte il minore si presenta alla polizia diversi giorni dopo il suo approdo in aeroporto. Domanda: perché nessuno gli chiede cosa abbia fatto tutto quel tempo? Da chi abbia dormito? Chi lo abbia aiutato? "Sono arrivato in aereo con mio cugino - confessa un migrante al Giornale.it - Poi ho vissuto da lui, ma non poteva tenermi con sé a lungo per problemi economici". Agli agenti non ha fatto parola del parente: "Non me lo hanno chiesto - dice - oppure non ho capito". La verità sovente viene a galla molto tempo dopo, quando ormai sono a carico dello Stato.
Così, alla fine, i migranti finiscono sulla colonna dei costi nel bilancio del Comune e dello Stato.
La spesa totale prevista per gli Msna per il 2019, solo a Firenze, è di 5 milioni di euro. Se si considera che l'80% degli ospiti è kosovaro o albanese, facendo i conti della serva, a loro sono destinati circa 4 milioni. Non proprio spiccioli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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