Rugby, radiato Bruno Andres Doglioli: aggredì l'arbitro durante una gara

La commissione disciplinare aveva inflitto tre anni di sospensione al giocatore, ma la Procura federale ha fatto appello, e questa mattina su Doglioli arriva la meritata stangata: radiazione a vita, non giocherà mai più a rugby

Rugby, radiato Bruno Andres Doglioli: aggredì l'arbitro durante una gara

Non giocherà mai più a rugby Bruno Andres Doglioli, il giocatore argentino del Vicenza protagonista di uno degli episodi più incresciosi che si siano mai visti su un campo da rugby: quando l’11 dicembre scorso, durante la patita di serie A contro il Valsugana, colpì alla schiena con cieca violenza l’arbitro. Un gesto che sarebbe già stato grave verso un avversario, gravissimo verso il direttore di gara: e reso disgustoso dal fatto che l’arbitro in questione era una giovane donna, Maria Beatrice Benvenuti. La commissione disciplinare aveva inflitto tre anni di sospensione al giocatore, ma la Procura federale ha fatto appello, e questa mattina su Doglioli arriva la meritata stangata: radiazione a vita, non giocherà mai più a rugby.

Il provvedimento riporta il racconto quasi angosciante dell’arbitro Benvenuti: "Il suo atteggiamento per tutta la gara è stato irriguardoso, aggressivo ed indisciplinato andando a peggiorare con il passare del tempo anche in considerazione del fatto che il risultato sul campo stava assumendo dimensioni pesanti per la sua squadra. Così nel secondo tempo in seguito alla segnatura della seconda meta da parte del Valsugana sotto i propri pali il capitano del Vicenza nr.15 (Doglioli, ndr) incitava i suoi giocatori urlando “è inutile che ci lamentiamo tanto questa ci fischia tutto contro a questo punto arrangiamoci noi, facciamoci giustizia”.

L’atmosfera si faceva calda ed arrivavano due successivi cartellini gialli per falli di antigioco da parte della squadra del sopra citato. Per questo decidevo di richiamare nuovamente all’ordine il capitano del Vicenza invitandolo a calmarsi e a cambiare atteggiamento nei miei confronti ed anche della sua squadra altrimenti l’avrei espulso. Lo sollecitavo infatti a mantenere un atteggiamento consono al ruolo di capitano che aveva in campo, ma lo stesso avvicinandosi fisicamente a me continuava con i suoi toni alterati (…) Dopo pochi minuti in occasione di una rimessa laterale ho avuto l’impressione che costui mi stesse caricando da lontano ma che giunto a pochi metri da me abbia desistito perché avevo incrociato il suo sguardo; solo pochi secondi dopo si formava un ruck dove necessariamente mi sono dovuta posizione a pochi metri dalla mischia, dando dunque le spalle alla difesa (…) a quel punto sono stata colpita alle spalle ed ho sentito un colpo fortissimo sulla schiena. Sono caduta a terra sbattendo la testa sopra un giocatore che ho immediatamente riconosciuto essere il capitano del Vicenza. Costui si rialzava alla mia destra come se nulla fosse successo, senza scusarsi o assicurarsi del mio stato e si allontanava velocemente. L’impatto mi trovava completamente indifesa e mi causava un forte colpo di frusta al collo, nel cadere a terra colpivo il suolo con la fronte, la spalla destra, le gambe ed il bacino con sopra tutto il peso del corpo del giocatore che evidentemente mi aveva travolto a forte velocità e a spalla chiusa".

Nella sentenza emessa oggi, l’impresa dell’estremo vicentino viene definita "volontaria, premeditata, efferata, vigliacca e proditoria, attuata in totale spregio allo spirito del gioco del rugby, senza contare che ha anche dato una pubblicità negativa a questo sport in Italia e portato in modo negativo alla ribalta internazionale il movimento rugbistico italiano".

Per questo, a Doglioli – trattato con incomprensibile indulgenza dai primi giudici – viene inflitta la pena più alta prevista dal codice sportivo. Radiazione. D’altronde, se non si radia uno così, chi mai meriterebbe di essere radiato?

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