Sono finiti in manette nella giornata di ieri due ragionieri di Baronissi (Salerno), accusati di avere falsificato per anni diverse dichiarazioni dei redditi così da favorire l’immigrazione clandestina.
Gaetano e Michele Pappalardo, padre e figlio, sono stati scoperti grazie alle indagini portate avanti dalla guardia di finanza in collaborazione con la sezione immigrazione. Le intercettazioni telefoniche ed ambientali hanno infatti portato alla scoperta di un losco giro d’affari per il quale al momento risultano indagate almeno 13 persone.
Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, i ragionieri si occupavano di compilare delle false dichiarazioni reddituali a beneficio di cittadini stranieri in modo tale che questi risultassero detentori di un reddito superiore ai 5.800 euro. Dimostrando di avere raggiunto questo valore soglia, i clandestini potevano quindi richiedere il rilascio del permesso di soggiorno.
Era il più anziano dei due a coordinare l’intera operazione, ed a trasmettere i dati fasulli all’Agenzia delle entrate.
Naturalmente un simile servizio non veniva certo eseguito gratuitamente. Per ogni documento redatto gli imputati richiedevano dai 15 ai 30 euro di commissione.
I finanzieri hanno dimostrato che la redditizia attività illecita era stata portata avanti per anni. Dei controlli effettuati all’anagrafe tributaria hanno infatti portato alla scoperta di ben 10.027 dichiarazioni dei redditi fasulle relative ad extracomunitari trasmesse nell’arco di tempo che intercorre tra 2013 e 2017. Le documentazioni venivano poi inviate all’ufficio stranieri della questura di Salerno con allegata la richiesta di permesso di soggiorno.
A confermare le indagini, oltre alle intercettazioni, anche i racconti di numerosi stranieri che hanno usufruito del servizio offerto dai ragionieri e che adesso sono ascoltati dagli inquirenti. Fra questi, il bengalese Shahidul il quale, dopo aver provveduto a garantirsi un permesso di soggiorno, era tornato a rivolgersi ai due uomini per ottenerne uno anche per la moglie.
“Mi sono rivolto a Gaetano Pappalardo nel 2015 su segnalazione di alcuni connazionali. Dovevo rinnovare il permesso di soggiorno degli anni 2015-2016. Gli ho consegnato soltanto i miei documenti e l’autorizzazione al commercio in forma ambulante. Gli ho consegnato 80 euro e dopo mezz’ora ho avuto copia della dichiarazione dei redditi, che ho poi consegnato all’ufficio Immigrazione della questura”. Questo il racconto riferito dall’extracomunitario alle fiamme gialle, riportato da “Il Mattino”.
“Sono tornato da lui di nuovo nel 2018 per chiedere una dichiarazione dei redditi di importo superiore a quello precedente per poter chiedere il ricongiungimento familiare e consentire a mia moglie di venire in Italia”. Quella volta, riferisce Shahidul, ha dovuto sborsare 20 euro per ricevere un cosidetto “bilancino” da andare ad aggiungere come integrazione alle false attestazioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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