Il braccio di ferro tra il Viminale e la Sea Watch non è finito. La nave della ong con più di 50 migranti a bordo ha deciso di fare rotta sull'Italia dopo avre ignorato l'offerta di un porto di attracco da parte dei libici. Il ministro Salvini ieri aveva bollato la mossa di Sea Watch come un "atto di pirateria". Oggi il Viminale rincara la dose e si prepara allo "scontro" con la ong sfruttando anche le nuove norme del dl Sicurezza bis. Con il nuovo decreto infatti è prevista la confisca della nave per chi forza il blocco imposto in mare dalle autorità italiane. Inoltre sono prevsite anche multe salate per le ong. E così il ministero degli Interni ha deciso di diffidare la Sea Watch: "Non entri in acque italiane". Le indicazioni che arrivano dal Viminale sono molto chiare: "Le autorità di polizia dovranno porre in essere ogni possibile forma di diffida, nonchè di intimazione di divieto di ingresso e transito nelle acque territoriali, in caso di eventuale avvicinamento dell’imbarcazione in acque di responsabilità italiane".
La direttiva del Viminale
La direttiva del Viminale dà disposizioni molto precise: "È necessario vigilare affinchè il comandante e la proprietà della nave Sea Watch 3 si attengano alle vigenti normative nazionali ed internazionali in materia di coordinamento delle attività di soccorso in mare; rispettino le prerogative di coordinamento delle Autorità straniere legittimamente titolate ai sensi della vigente normativa internazionale al coordinamento delle operazioni di soccorso in mare nelle proprie acque di responsabilità dichiarate e non contestate dai paesi costieri limitrofi; non reiterino condotte in contrasto con la vigente normativa nazionale, europea ed internazionale in materia di soccorso in mare, di immigrazione, nonchè con le istruzioni di coordinamento delle competenti Autorità".
"Violate le disposizioni"
Il Viminale poi elenca tutte le infrazioni che potrebbero riguardare l'equipaggio della nave: "Un eventuale transito della nave Sea Watch 3 nell’area marittima di competenza italiana in violazione delle disposizioni in materia di immigrazione si configurerebbe, necessariamente, quale passaggio non inoffensivo". A questo punto, sempre il Viminale ricorda anche i rischi legati alle infiltrazioni terrorstiche tra i gruppi di migranti che tentano la traversata nel Mediterraneo: "L'attività della nave può determinare rischi di ingresso sul territorio nazionale di soggetti coinvolti in attività terroristiche o comunque pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica, in quanto trattasi nella totalità di cittadini stranieri privi di documenti di identità e la cui nazionalità è presunta sulla base delle rispettive dichiarazioni".
Infine la direttiva del Viminale sottolinea il rifiuto di sbarcare a Tripoli da parte dell'equipaggio di Sea Watch: "Questa scelta può far evincere l’intenzione dell’assetto navale di condurre attività analoghe alle precedenti condotte finalizzate al preordinato trasferimento in Italia di migranti in condizione di irregolarità, per le quali pendono procedimenti penali per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina". Lo scontro duqnue è solo all'inizio. Ma il dl Sicurezza bis è un'arma in più per il Viminale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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