Dopo aver soccorso in mare 53 migranti lo scorso 12 giugno, Sea Watch 3 si trova a quindici miglia da Lampedusa. La nave dell'ong tedesca (che batte bandiera olandese) ha prima rifiutato di riportare gli immigrati in Libia, poi si è diretta verso Malta e, quando Salvini ha ribadito che "i nostri porti restano chiusi", ha deciso di sfidare il ministro dell'Interno e si è diretta verso l'Italia.
Ora è ferma in mare da qualche giorno. E sempre da qualche giorno chiede di far sbarcare i migranti. Sull'imbarcazione - al momento - ci sono 43 persone perché donne incinte, minori e un uomo in gravi condizioni di salute sono stati fatti sbarcare. "Dobbiamo sbarcare queste persone in un porto sicuro, il prima possibile - dice il comandante della nave in un video pubblicato su Twitter -. Dopo oltre 7 giorni, siamo bloccati in mare con a bordo 43 naufraghi. Ne abbiamo soccorsi 53 lo scorso 12 giugno di cui 10 sono stati fatti sbarcare dalle autorità italiane per motivi di salute. Siamo qui davanti a Lampedusa".
Ma il filmato non si ferma e come al solito vengono spese alcune parole per il ministro dell'Interno perché "ha emanato un nuovo decreto legge (il dl Sicurezza Bis, ndr) che ci impedisce di entrare nelle acque territoriali in contrasto con la legge del mare. In questo modo non abbiamo alcuna opzione di sbarco per le 43 persone che abbiamo ancora a bordo che sono sempre più preoccupate del loro futuro e della possibilità di sbarcare. Inoltre, il rollio della nave è costante e ogni giorno ci sono problemi di disidratazione e abbiamo necessità di sbarcare queste persone in sicurezza il prima possibile".
Le parole del comandante di Sea Watch 3 sono sempre le stesse. Così, intervenendo su Radio anch'io, Matteo Salvini ha ribadito la sua posizione e quella del governo gialloverde. "Sea Watch fa traffico di esseri umani e se ne frega delle regole - ha detto -. Io a una nave che per la terza volta se ne frega delle indicazioni della Guardia di finanza, delle capitanerie, l'autorizzzione allo sbarco non la concedo né adesso e né a Natale o a Capodanno".
E dopo la posizione ferma di Salvini, la portavoce della Ong, Giorgia Linardi, tira su la cresta: "Sono trascorsi 8 giorni dal soccorso e la Sea Watch si trova ancora in acque internazionali. Il nuovo decreto legge impedisce l'ingresso nelle acque italiane e al comandante della nave di esercitare quello che è un suo diritto sacrosanto: entrare in un porto per via di uno stato di necessità determinato da una situazione di emergenza umanitaria a bordo. Un soccorso di per sé è un evento eccezionale che presenta tutti i caratteri di emergenza normalmente darebbe tutto il diritto al comandante della nave di entrare in porto, anzi sarebbe un dovere delle autorità assisterlo. Questo elemento dimostra l'ingiustizia del decreto Salvini".
"Il comandante della Sea Watch 3 sta assumendo un atteggiamento cauto, di resistenza - continua la Linardi -. Tuttavia, è sempre più forte l'insofferenza sua, dell'equipaggio e delle persone a bordo. La nave si muove di continuo, non può restare ferma, la permanenza è sempre più debilitante".
E per finire, la portavoce passa pure agli insulti: "Non abbiamo ricevuto altre indicazioni da parte della autorità europee su dove e come portare in sicurezza le persone a bordo - aggiunge Linardi -. Ci siamo diretti verso quello che geograficamente è il porto più vicino al luogo del soccorso.
In questo momento siamo intrappolati tra la responsabilità del comandante sulla vita delle persone soccorse e l'attacco, la criminalizzazione che ci si aspetterebbe se si varcasse quella linea immaginaria che per noi è veramente la linea tra l'umanità e la disumanità: questo è diventato il confine italiano".
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