Nello scorso anno, secondo dell'era Renzi, più di centomila giovani italiani di età compresa tra i 18 e i 32 anni hanno lasciato il Paese per cercare fortuna all'estero. Nello stesso periodo l'Italia ha imbarcato in maniera più o meno definitiva 150mila immigrati. Uno scambio drammaticamente svantaggioso, addirittura pericoloso, dal punto di vista economico e sociale. Abbiamo barattato energie fresche, vitali per la crescita, sulle quali il sistema Italia, tra soldi pubblici e risparmi privati, aveva investito tra i dodici e i diciotto anni in studi e cultura con una potenziale forza lavoro dequalificata, non acculturata, completamente estranea alle dinamiche e alle regole della nostra società. In sintesi, abbiamo perso valore e non c'è più modo di recuperarlo.
Questo è il risultato del combinato disposto tra il fallimento delle politiche del lavoro (e fiscali) e il successo della politica dell'accoglienza indiscriminata che questo governo, succube dell'Europa a trazione tedesca, non ha saputo contrastare. Il decadimento sociale della qualità del parco cittadini - ammesso e non concesso che questi immigrati abbiano intenzione e capacità di diventare cittadini italiani - è la prima causa della decadenza di un Paese e addirittura di una civiltà. L'Impero romano, prima forma di stato multietnico, iniziò il suo declino nel momento in cui rinunciò a selezionare i nuovi cittadini, non per razza ma per utilità, possibilità, convinzione e accettazione di fare parte di una comunità.
È vero che al momento non c'è relazione diretta tra i centomila in uscita e quelli in entrata. Ma è anche vero che le ingenti risorse economiche impiegate per fronteggiare e gestire l'invasione sono state sottratte a capitoli di spesa utili a dare un futuro certo ai nostri ragazzi. Ed è innegabile che il degrado sociale e urbano che l'immigrazione sta portando nelle città, che la confusione che si genera sul mercato del lavoro non agevolino certo la fiducia nel futuro.
Altro che referendum salvifico.
Se continuiamo a cedere energie fresche e qualificate illudendoci di sostituirle con la disperazione e il degrado prodotti da Paesi sottosviluppati, il risultato non potrà che essere un livellamento verso il basso di tutti i nostri parametri vitali. Ci stanno risucchiando nel gorgo: c'è chi osserva felice e chi, beato lui, se può si mette in salvo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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