Un gruppo di scienziati cinesi ha identificato quella che hanno definito "la più grande minaccia pandemica" ed è subito allarme. Il suo nome è EAH1N1, è una variante del virus dell'influenza responsabile della pandemia di 'suina' (A/H1N1) del 2009, ha già contagiato i maiali e da questi potrebbe arrivare all'uomo, indifeso da anticorpi adatti a combattere l'infezione.
In uno studio pubblicato sui "Proceedings of the National Academy of Science" (Pnas), Chen Hualan, direttore del National Avian Influenza Reference Laboratory cinese, spiega : "Abbiamo scoperto che l'EAH1N1 (Eurasian avian-like H1N1) è uno dei candidati più probabili a causare la prossima epidemia globale di influenza nell'uomo". Inoltre aggiunge il leader del team di ricerca: "Dobbiamo attribuirgli grande importanza, è necessaria un'azione immediata per prevenire in modo efficace il salto di questo microrganismo all'uomo ".
Il virus EAH1N1, come si legge su Il Mattino, è già circolato nei maiali dal 1979 e alcuni casi umani associati a questa infezione sono stati registrati in diversi Paesi. Tuttavia il dato più allarmante è che le sue proprietà biologiche restano in gran parte sconosciute. Chen e colleghi hanno avviato un monitoraggiosui virus influenzali nei maiali, isolandone 228 in 36.417 animali analizzati dall'agosto 2010 al marzo 2013. Hanno così osservato che 139 dei 228 ceppi virali identificati nei maiali di 10 province cinesi appartengono alla 'famiglia' EAH1N1.
Questi virus EAH1N1 - sottolineano i ricercatori cinesi - presentano 5 possibili genotipi caratterizzati da 2 diversi gruppi antigenici (una sorta di 'proteine-bandiera' che sono presenti sulla superficie del germe e vengono riconosciute e attaccate dal sistema immunitario), entrambi differenti dal virus H1N1 che circola da alcuni anni nell'uomo durante l'influenza stagionale. Il fattore che preoccupa il team di ricerca è il fatto che questi virus si legano in modo preferenziale ai recettori presenti sulle cellule umane. Inoltre, nei furetti, 9 dei 10 microrganismi testati sono stati in grado di trasmettersi da un animale all'altro attraverso le goccioline emesse con il respiro. Da sottolineare come anticorpi per uno dei due gruppi antigenici di EAH1N1 sono stati trovati solo nel 3,6% dei bambini, nel 13,4% degli anziani e in nessun adulto, mentre per l'altro gruppo antigenico nessuna fascia d'età sembra possedere difese naturali.
"Gli attuali vaccini antinfluenzali e l'immunità preesistente nella popolazione non offrono abbastanza protezioni contro questi virus", avvisa Chen.
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