"L'uso dello smartphone didattica serve a sviluppare la condivisione e la creatività dei ragazzi, allo stesso tempo annulla l' isolamento che può provocare internet", assicura l'esperta Daniela Di Donato a Il Messaggero. E anche per questo, il ministero dell'Istruzione aveva dato la spinta, redigendo linea guida, ad usare i cellulari anche a scuola.
L'obiettivo è quello di utilizzare smartphone e tablet in classe, insieme al docente, per fare ricerce, approfondire argomenti, o semplicemente per condividere appunti o slide. Ma l'uso del digitale in aula è una scelta esclusiva degli insegnanti. Resta fermo il divieto di utilizzare i supporti tecnologici per chattare con gli amici o passare il tempo sulle app o cercare le risposte dei compiti in classe.
Eppure, a sette mesi dalle linee guida del ministero, sembra che la spinta tecnologica non abbia dato gli effetti sperati. Infatti, secondo una ricerca di Skuola.net, uno studente su due continua ancora a usare lo smartphone di nascosto, l'altra metà lo usa per motivi didattici, ma ammette che sia un'eventualità rara, anche perché non tutti gli alunni sono provvisti di dispositivi in grado di connettersi a internet. Ma l'ostacolo più grande, a detta degli studenti interpellati, è rappresentato dai professori, che risultano impreparati sul tema e non sanno come sfruttare lo smatphone durante le lezioni.
Nei piani del Miur sono previsti corsi di formazione digitale per i docenti, ai quali dovrebbero partecipare anche gli studenti, ma un ragazzo su due assicura di non essere mai venuto a conoscenza di incontri preparati.Ma l'obiettivo dell'iniziativa resta:"È quello di promuovere una didattica inclusiva, dovei ragazzi lavorano insieme, in gruppo, condividendo i loro lavori e portando i loro contributi".
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