Ci sarebbe una buona ragione per interrompere la legislatura e andare subito al voto. E cioè liberarsi della presenza ossessionante nei tg e sui giornali di Laura Boldrini, che il giorno che non sarà più presidente della Camera, non sarà più del tutto. Nell'attesa, il Boldrini-pensiero è una tassa che dobbiamo pagare in aggiunta al canone. Anche ieri, puntuale, la presidentessa si è presentata davanti alle telecamere e con voce solenne ci ha informati che lo «ius soli» (la legge sulla cittadinanza facile agli immigrati appena accantonata da Gentiloni) è «necessario» e va approvato entro fine legislatura, pena il montare della rabbia popolare.
Ci deve essere un virus nell'ufficio del presidente della Camera, lo stesso che ha messo fuori gioco, per un verso o per l'altro, i tre predecessori della Boldrini, cioè Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini e Fausto Bertinotti. È un virus che scollega l'inquilino dal Paese e dalla realtà. Nel caso in questione, ci chiediamo chi verrebbe preso da attacchi di rabbia se questo «ius soli» non dovesse essere approvato. Sinceramente penso che neppure i pochi irriducibili boldriniani si strapperebbero le vesti. Nessuno discute che l'attuale legge (che fissa a 18 anni il momento in cui un ragazzo nato da genitori immigrati può chiedere di diventare italiano a tutti gli effetti) possa essere rivisitata. Ma non così come proposto dal Pd (sarebbe la legge più permissiva d'Europa) e non certo prima di aver messo sotto controllo gli ingressi in maniera seria e stabile. Altrimenti l'Italia diventerebbe un distributore automatico di passaporti e di cittadinanza europea (con tutto quello che ne deriva).
All'estero credo che ci prendano per matti. Da una parte il premier Gentiloni e il ministro dell'Interno Minniti che girano l'Europa minacciando di chiudere i porti perché non ce la facciamo più, dall'altra il presidente della Camera (terza carica dello Stato) che nega l'emergenza, invita a tenere le porte aperte e vorrebbe tutti italiani.
Vagli a spiegare a francesi e tedeschi che la Boldrini non rappresenta nulla e nessuno, non ha partito né elettori. L'obiezione sarebbe banale: ma allora che cosa l'avete messa lì a fare? Bella domanda, peccato che non ci sia una risposta intelligente.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.