La Chiesa ora reinterpreta Sodoma per attaccare i sovranisti

L'ultima interpretazione sulla vicenda di Sodoma mette in luce la "mancanza d'ospitalità" dei sodomiti. E lo scontro nella Chiesa ora è esegetico

La Chiesa ora reinterpreta Sodoma per attaccare i sovranisti

Aria di novità rilevanti nella Chiesa cattolica: l'ultimo studio della Pontificia Commissione Ciblica, per qualcuno, tende a modificare l'interpretazione dottrinale sull'omossessualità. E magari l'operazione passa pure da una sorta di attacco nei confronti dei predicatori dei "porti chiusi".

Vale la pena far notare sin da subito come non tutti sono concordi sul fatto che nelle 330 pagine edite dalla Lev vi sia un vero e proprio sdoganamento.

Come sempre del resto, quando si tratta di argomentare attorno a questo genere di tematiche, le posizioni teologiche in campo differiscono. La Chiesa tedesca, mediante il "concilio interno", sembra voler equiparare l'omosessualità a una delle tendenze sessuali possibili. Un atteggiamento condiviso anche da alcune correnti progressiste che operano negli Stati Uniti, in specie tra alcuni esponenti della Compagnia di Gesù. Ma in questa "interpretazione fedele dell' intera Sacra Scrittura riguardo al tema antropologico", ossia all'interno di studio che indaga l'uomo nella sua totalità, qualche apertura pare esserci. E i tradizionalisti pensano si tratti dell'ennesimo adeguamento alla modernità. La "Chiesa in uscita" che marcia verso il mondo, dicono. La stessa che per conseguenza si starebbe allontanando dal Depositum Fidei.

Tutto ruota attorno al peccato commesso da coloro che abitava a Sodoma. La questione è antica. C'è, fuori e dentro la Chiesa, chi ritiene che Sodoma sia stata distrutta perché fondata su comportamenti contrari alla morale sessuale voluta da Dio - i noti "peccati contro la natura" - e chi, di rimando, considera valida la tesi opposta, quella secondo cui i sodomiti sarebbero stati annientati per via della "mancanza d'ospitalità". E questa è la tesi preferita da almeno una parte della Pontifica Commissione Biblica che, come riportato dall'edizione odierna di Libero, ha presentato nel testo la seguente argomentazione: la vicenda di Sodoma - che fa parte della Genesi - "illustra un peccato che consiste nella mancanza di ospitalità, con ostilità e violenza nei confronti del forestiero, comportamento giudicato gravissimo e meritevole perciò di essere sanzionato con la massima severità, perché il rifiuto del diverso, dello straniero bisognoso e indifeso, è principio di disgregazione sociale, avendo in se stesso una violenza mortifera che merita una pena adeguata".

Anche in questo caso, insomma, viene tirata in ballo la questione dell'accoglienza. La parola "migranti" nel virgolettato non viene utilizzata, ma qualcuno intravede nella disamina su Sodoma la continuazione della pastorale del Papa in favore di coloro cercano rifugio nelle coste europee. La conseguenza interpretativa è deducibile ed è questa: a Sodoma, così come predicato dai sovranisti, i porti erano chiusi. E per questo Dio ha voluto distruggere quella città. Per mancanza di "spirito d'accoglienza". Il dibattito teologico in questi anni è davvero intriso di riflessioni di ogni tipo. L'emisfero progressista è a favore della "pastorale omosessuale" per la comunità Lgbt.

Il "fronte conservatore", invece, organizza e coadiuva spesso "atti di riparazione" in relazione a quelle che vengono considerate inaccettabili svolte. La divisione si declina pure in materia di confini.

Lo scontro nella Chiesa cattolica rischia di passare nel campo dell'esegesi. Anche perché, ad aver commissionato lo studio in oggetto, è stato il Santo Padre.

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