Matteo Renzi ieri ha tagliato il nastro della variante di valico, la nuova autostrada veloce che collega Bologna a Firenze. Si è preso tutti i meriti, alla faccia di «quelli che non ci credevano». La verità è che se c'è un'opera con cui Renzi non centra un tubo questa è proprio la variante, immaginata da Prodi e avviata e costruita per la maggior parte sotto i governi Berlusconi. È come con l'Expo di Milano, voluto da Letizia Moratti e dal governo Berlusconi, osteggiato per tutta l'incubazione dalla sinistra ma ora, per magia, fiore all'occhiello e vanto dell'Italia e della Milano renziana. Renzi si fa bello con le visioni e il coraggio altrui, ruba inaugurazioni ma si dimentica di pagare chi le autostrade e le grandi opere le costruisce. È di ieri infatti il nuovo grido di allarme dei costruttori sugli insostenibili ritardi con cui le amministrazioni pubbliche saldano i loro debiti. Le banche pressano, sviluppo e occupazione sono a rischio ma dallo Stato, così fiscale e tempestivo a volte oltre la voracità quando si tratta di chiedere il dovuto non arrivano risposte. Un anno e mezzo fa Renzi aveva giurato in diretta tv che i debiti li avrebbe pagati nel giro di tre mesi e qualcuno ci aveva pure creduto. Manco a dirlo, alla prova dei fatti l'annuncio si è dimostrato l'ennesima bugia.È incredibile: ogni volta in cui si arriva al «vedo» si scopre che la verità non coincide mai con la narrazione del premier. È accaduto, sempre ieri, anche sul recente pasticcio del salvataggio delle quattro banche in fallimento. Dal carteggio, messo a disposizione, tra governo italiano e Commissione europea, si evince sì che l'Europa abbia messo vincoli alle modalità del salvataggio, ma anche che abbia lasciato pilatescamente a Renzi la possibilità di decidere in autonomia. Insomma, è chiaro che se avesse avuto più lucidità e coraggio, se il suo peso in Europa fosse quello che il premier vuole far credere, il governo avrebbe potuto rischiare di adottare soluzioni meno traumatiche per i risparmiatori.Favola per favola, meglio l'originale, quella di Babbo Natale che stanotte riempirà le case di doni. Teniamocela stretta, questa, fino a che ce lo permetteranno.
E difendiamola dallo scellerato attacco lanciato in nome di un falso multiculturalismo. Penso che tutti noi ci meritiamo uno stacco dalle vicissitudini quotidiane. A nome di tutti noi de Il Giornale auguro un buon Natale a voi lettori e alle vostre famiglie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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