Se qualcuno facesse vedere a Jeremy Corbyn o a Tayyip Erdogan la bandiera d'Israele che sventolava a Pontida, i due, ciascuno per la sua strada, avrebbero che dire: il primo lo giudicherebbe un colpevole segno del nesso fra Israele e la destra il nazionalismo e il populismo; il secondo lo vedrebbe come un segno di islamofobia e di evidente odio antipalestinese e quindi antiarabo. Quanto agli ebrei italiani ed europei, il mio popolo, di certo in gran parte si domandano come allontanare da sé questo amaro calice per seguitare a bere da quello della sinistra. Perché ebrei e sinistra sono stati per molti decenni, ovvero dalla battaglia contro il nazifascismo e le persecuzioni, mutualmente legati, moralmente dipendenti, e anche dopo che la storia ha preso tante strade, compresa quella dello stalinismo antisemita omicida, stentano a strappare il cordone ombelicale. Cosicché gli ebrei sono sempre molto attenti ai segnali di antisemitismo di destra (e fanno bene), ma (e fanno male) non sono per niente all'erta di fronte al quotidiano, assordante, attacco antisemita che, travestito da critica a Israele, ogni giorno proviene da sinistra e dal mondo islamico in Italia.
Salvini ha detto più volte di essere amico di Israele: è un fatto da apprezzare e da mettere alla prova. Sono tutti in prova, ma una buona prova, non una trappola: Sebastian Kurz d'Austria sembra sincero quando dichiara che i suoi conterranei devono assumersi la responsabilità per i loro crimini contro gli ebrei e dichiara il suo sostegno allo Stato ebraico; anche l'Ungheria si è schierata contro le ignobili operazioni di labeling dei prodotti israeliani adottate dall'Unione europea; i polacchi si sono molto impegnati fino a tornare indietro in parlamento dalla risoluzione che li assolveva dai crimini della Shoah; la Romania, la Repubblica ceca, la Slovacchia, l'Ungheria e forse la Polonia meditano abbastanza esplicitamente di portare le loro ambasciate a Gerusalemme.
Sono Paesi alieni dall'antisemitismo? Direi di no. Nemmeno l'Italia lo è, questo non vuol dire che Salvini ne sia parte solo perché è della Lega. I governi di destra sono privi di elementi antisemiti? Certo che no. Ma sfido a indicare un solo Paese europeo in cui il mostro sia stata eliminato in seno alle classi dirigenti, di destra e di sinistra. Parola di ebrea. Romano Prodi nel 2004 bloccò la pubblicità di un'indagine sull'antisemitismo perché l'antisemitismo islamico ne usciva come un'idra spaventosa. Quell'idra ha seguitato a perseguitare e uccidere ebrei in Francia, Belgio, Inghilterra, Paesi Bassi.
In Europa c'è antisemitismo? Di certo. È opera della destra? No, è israelofobia antisemita di sinistra. Chi teme che dal populismo possa uscire un'ondata antiebraica non tiene conto del fatto che qui mancano molti degli elementi che ne hanno fatto nel secolo scorso un movimento di massa: gli ebrei non sono ritenuti i responsabili del fallimento dell'euro o dell'Ue, non sono cospiratori stranieri antioccidentali sospettati di avere creato malessere, non hanno a che fare con la vicenda dell'immigrazione in Europa, semmai sono sempre accusati da sinistra di essere troppo occidentali, familisti, conservatori, mai connessi al declino delle nascite, o alla crisi della famiglia... Insomma a temi interessanti per gli antisemiti di destra.
Con questo, certamente la destra ha i suoi odiatori di ebrei, eccome, in alcuni casi possono essere ultrà, neonazisti, violenti e pericolosi, ma i movimenti e i governi eurocritici oggi
come oggi non possono essere visti come un pericolo antisemita in sé e per sé, in quanto esistenti, mentre la terribile onda di antisemitismo che spazza l'Europa, senza precedenti da dopo la guerra, ha tutt'altre origini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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