L'allarme della Protezione civile. "In Calabria sarebbe un disastro"

L'allarme del capo della Protezione Civile regionale: "Scuole e ospedali sono obsoleti e senza sicurezza"

L'allarme della Protezione civile. "In Calabria sarebbe un disastro"

Le immagini che arrivano dai borghi antichi colpiti dal sisma del Centro-Italia addolorano e preoccupano. Da alcuni video amatoriali caricati sul web si percepisce la paura, il terrore della gente, per il senso di vuoto e impotenza causato dalle scosse implacabili del terremoto. Partito da Castelsantangelo sul Nera e propagatosi fino a Roma, questa volta ha colpito il cuore dell'Italia. Degli italiani. Sono immagini che fanno riflettere tutti: primi fra gli altri, gli abitanti della regione più a rischio sismico della Penisola, la Calabria. Una regione che, nonostante l’allarme lanciato più volte dai geologi, non è assolutamente pronta ad affrontare l'eventuale emergenza terremoto. A confermarlo è Carlo Tansi, capo della Protezione Civile regionale che, raggiunto al telefono dal Giornale.it dichiara: “La Calabria non è assolutamente pronta ad affrontare un terremoto. La colpa è della cultura dei calabresi. I cittadini devono capire che se continuano a costruire case abusive - e in Calabria ce ne sono 142 mila, ovvero più di un quarto della popolazione - quelle finte case crolleranno al primo sisma. Ed è inutile fare gli scongiuri".

Se un terremoto dovesse colpire la Calabria, oggi e con la stessa forza del 1908, i calabresi sarebbero spacciati. La Calabria è in pericolo costante. Le scosse, molto spesso inavvertite, sono tante. Lo sciame sismico è continuo. Basta dare un’occhiata al sito dell’istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia per constatarlo. Molti ospedali, in caso di terremoto, rischiano il crollo. Per non parlare degli edifici scolastici, tutti, o quasi, obsoleti e senza alcuna sicurezza. Andrebbero chiusi. E non è finita: sono pochi i comuni che hanno un piano d’emergenza, per cui, già alla prima scossa, nessuno saprebbe cosa fare e soprattutto dove andare. E sarebbe il panico. O, peggio, la tragedia.

Tansi poi aggiunge: “Io inviterei i sindaci a rinunciare ai concerti e, invece di costruire cattedrali nel deserto, dovrebbero mettere mano all’adeguamento sismico delle scuole. Non lo fanno perché è una cosa che non vede nessuno. Al contrario delle piazze e delle serate. E così rischiano di non prendere voti alle prossime elezioni.”

Bisogna solo sperare che il terremoto si dimentichi della Calabria, anche se gli esperti affermano il contrario. Non saranno certamente i concerti o le piazze piene per eventi ludici i veri nemici del popolo calabrese, ma quella sorta di fatalità alla quale lo stesso popolo è stato abituato dalla maleducazione sociale e politica. Una cosa è certa, la Calabria è ricca di testimonianze di antiche civiltà, monumenti e palazzi da preservare e, purtroppo, centinaia di migliaia di alloggi costruiti senza criterio e senza lungimiranza.

Un terremoto anche non necessariamente intenso potrebbe, al momento, spazzare via senza pietà passato, presente e futuro. “Purtroppo la storia ai calabresi non ha insegnato nulla. Dimenticano facilmente”, conclude Tansi.

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