Il caso della Sea Watch continua ad agitare il governo. La nave con 47 migranti a bordo adesso si trova ancorata a largo di Siracusa. L'ong tedesca chiede di far sbarcare le persone che si trovano a bordo, ma il Viminale prosegue sulla sua strada dei porti chiusi. Il ministro degli Interni Matteo Salvini su questo punto è stato categorico e ha chiesto un intervento da parte dell'Olanda: "Se il governo olandese non è in grado di controllare le navi che portano la bandiera del suo Paese è un fatto molto grave: gliela ritiri subito". Il ministro poi ha respinto anche l'offerta della Cei che di fatto si è detta disponibile ad ospitare i minori che si trovano sulla nave: "Ne abbiamo visti tanti di ospitati poi a spese degli italiani e di scomparsi in giro per l'Italia. Non c'è un solo motivo al mondo per cui gli immigrati clandestini, tutti maschi, presenti su una nave olandese di una Ong tedesca debbano sbarcare in Italia. Ritengo -insiste il ministro dell'Interno a un gazebo della Lega a Milano- di applicare le leggi, le regole e il buon senso".
E a rincare la dose sulla Sea Watch in serata arrivano le parole del Ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli che contesta la rotta della nave giunta in pochi giorni a poche miglia dalle coste italiane: "Il 19 gennaio, come spesso accade - riferisce Toninelli - la SeaWatch3 si è mossa in totale autonomia in mare Sar libico, senza attendere la Guardia Costiera di Tripoli. Avrebbe poi potuto puntare da subito verso la Tunisia per cercare riparo dal maltempo incombente, ma ha preferito girare la prua in direzione Lampedusa. Il 23 gennaio la nave Ong, già giunta nei pressi dell’isola, avrebbe ancora una volta dovuto riparare in Tunisia, come peraltro fecero i pescherecci vicini in quelle ore di atteso peggioramento meteo. Poteva ad esempio dirigersi verso l’area di Zarzis, a poco più di 70 miglia nautiche di distanza". Poi Toninelli spiega quale è stata la decisione del comandante della Sea Watch che ha deciso di virare verso l'Italia: "La SeaWatch invece ha deciso di sfidare il mare, puntando verso le coste siciliane che si trovano a oltre 100 miglia da Lampedusa. E dunque mettendo irresponsabilmente a repentaglio la salute e la vita dei naufraghi.
Siamo di fronte a una violazione della legge del mare, secondo cui chi naviga in quelle condizioni dovrebbe fare rotta verso le acque più vicine dove trovare ridosso. Ripeto, più vicine". Insomma a quanto pare Sea Watch poteva trovare riparo in Tunisia ma ha scelto ancora una volta di calare l'ancora proprio nelle nostre acque.
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