Una serata sulle foibe organizzata dai centri sociali? E a Treviso scoppia il caos

A Treviso il centro sociale Django ha organizzato una serata sul revisionismo storico. Duro l'attacco dell'assessore regionale Donazzan che invita tutti gli studenti a vedere il film Rosso Istria

Una serata sulle foibe organizzata dai centri sociali? E a Treviso scoppia il caos

Serata sulle foibe? No macchè. Solo revisionismo storico. Così dicono. Quello che sta accadendo a Treviso in queste ore è tutto un po’ fumoso. E sembra essere tutto il contrario di tutto. Facciamo chiarezza.

Allora sabato 19 gennaio il centro sociale Django a Treviso ha organizzato una serata dal titolo: “Serata Manouche + presentazione Questo chi lo dice? E perché?”. Una serata organizzata dal gruppo di ricerca Nicoletta Bourbaki sui falsi storici. Una serata dicono per “porsi in maniera critica davanti a qualunque tipo di documento, sia esso un testo scritto, una foto, un sito web o altro”.

E questo fatalità a pochi giorni dalla giornata del Ricordo istituita il 10 febbraio con la legge 30 marzo 2004 n. 92, proprio per conservare e rinnovare “la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati italiani dalle loro terre durante la seconda guerra mondiale e nell'immediato secondo dopoguerra”.

A qualcuno infatti questa serata è sembrata molto incentrata su questo tema che per troppi anni è stato volontariamente oscurato, anche dai libri di scuola. Il consigliere comunale Davide Visentin teme la serata possa sfociare in un ricordo distorto del eccidio ai danni della popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia e accusa il centro sociale di "revisionismo e mancanza di rispetto per il Giorno del ricordo".

“In un momento dove finalmente in Italia si parla di foibe e viene celebrata questa giornata – dice Visentin - c’è ancora chi nega che una tragedia simile sia esistita o, peggio ancora, la giustifica adducendo argomentazioni che non stanno né in cielo né in terra”.

A sollevare i timori di Visentin c’è il fatto che il collettivo Nicoletta Bourbaki è un gruppo di lavoro sul revisionismo storiografico in rete e sulle false notizie a tema storico, nato nel 2012. Non solo. Tra i loro progetti più conosciuti c'è quello dedicato al caso di Giuseppina Ghersi, la tredicenne stuprata, seviziata ed uccisa da un gruppo di partigiani savonesi nel 1945. Secondo il comitato si tratterebbe di una bufala e così anche le tesi sulle foibe verrebbero interpretate sotto una nuova chiave di lettura.

Visentin chiede la cancellazione dell’evento. E a intervenire ora è anche l’assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan che invita tutti i giovani a vedere il film Red Land - Rosso Istria, il film dedicato alla tragedia delle foibe e in particolare a Norma Cossetto, la giovane studentessa istriana laureanda all’università di Padova e massacrata e seviziata e stuprata dai militi di Tito.

“Siamo di fronte all’ennesima buffonata promossa da un centro sociale composto da persone che oltre a non conoscere le regole non conoscono neppure la storia – attacca la Donazzan - Gli antifascisti del centro sociale Django sono fermi ai tempi della Guerra Fredda, quando parlare di foibe era un tema proibito, perché scomodo sarebbe stato ricostruire le colpe dei partigiani titini che perpetrarono un vero e proprio eccidio ai danni della popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia. Parlare di falsità storica riferendosi alle foibe altro non è che un ignobile tentativo di revisionismo storico, che merita di essere condannato in maniera unanime dalla società civile e politica”.

In più continua “scriverò nei prossimi giorni a tutte le scuole, affinché Rosso Istria possa essere visto da tutti gli studenti del Veneto: alle nuove generazioni infatti va affidato il compito di difendere questa importante e tragica pagina di storia che in tanti, e per troppo tempo, hanno tentato di nascondere”.

Il collettivo però, furbescamente, non si fa attendere e subito ha pronta la

replica: “Ci spiace molto deludere chi era interessato a sentirci parlare di foibe, ma non è questo il tema della nostra guida”. Certo. Peccato si parli di revisionismo con tanto di esercizi didattici.

Eh insomma vedremo domani.

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