«Aspettando le promesse, finisce che va tutto in vacca». Amarezza e fatalismo nelle parole con cui il comitato pro l’ospedale commenta l’incredibile immagine di una mandria di mucche che pascola davanti all’ospedale di Petralia Sottana, piccolo e antico centro arrampicato a 1.200 metri sul livello del mare in Provincia di Palermo. Ma cosa si aspettavano i petralesi? Di quali promesse parlano? Insieme ad altri 30mila abitanti delle Madonie, monti appenninici cuore della Sicilia agricola, aspettavano la riapertura del punto nascita del «Madonna dell’alto», una struttura ospedaliera relativamente giovane ma progressivamente svuotata di personale e reparti. L’austerity in Sicilia viene presa sul serio, quando si parla di sanità, ed evidentemente non ammetteva l’esistenza di doppioni nei reparti ospedalieri. Razionalizzazioni dunque. Lo spopolamento dei paesi e l’invecchiamento della popolazione ha fatto il resto, se è vero che nel 2014 all’ospedale Madonna dell’alto si contavano solo 128 parti (paradossalmente molti meno delle interruzioni di gravidanza, che Palermo dirottava sulla ginecologia della provincia). Troppo pochi bambini, per le linee del ministero della Sanità, che richiede un numero minimo di parti come condizione per tenere aperti punti nascita che siano sicuri ed economicamente razionali. Niente più fiocchi azzurri e rosa, quindi, a Petralia. Per le partorienti delle Madonie l’unica prospettiva era, e resta, quella di affrontare l’ora e più di strada che le separa da Termini Imerese (80 chilometri circa) o Palermo, o Nicosia, centro dei Nebrodi in provincia di Enna. E sono strade spesso in pessime condizioni quelle del centro della Sicilia. Stiamo parlando di statali spesso tormentate da frane e buche, e dell’autostrada che vide cedere un pilone sul viadotto Himera nell’aprile del 2015.
Il neo eletto Nello Musumeci dovrà affrontare problemi simili, nel suo primo mandato da governatore. Sindaci e cittadini delle Madonie hanno ingaggiato una battaglia senza precedenti per ottenere una deroga in grado di riaprire il punto nascita, in ragione dell’eccezionalità territoriale che fa delle Madonie un’isola nell’isola. Niente da fare per ora, nonostante le promesse che l’ex governatore Rosario Crocetta aveva rivolto ai cittadini (l’ultima il 31 marzo nel corso di una visita che toccò anche Piano Battaglia, località turistica di grande bellezza e richiamo, per i palermitani e non solo, oggi nuovamente attrezzata con una stazione sciistica rinnovata, servita da seggiovia e altri impianti di risalita.) Nonostante la ritrovata vitalità turistica di questo e altri centri, come la più popolosa Gangi (quasi 7mila abitanti, molti anziani). Il 1° ottobre una mamma di Gangi ha partorito in ambulanza. E in due anni casi simili sono ormai una decina, ha calcolato La Repubblica di Palermo. E così, nonostante promesse, progetti, piani e «contropiani», chi ha avuto la necessità di frequentare l’ospedale di Petralia ha dovuto sperimentare la sensazione di un personale che va avanti sì con dedizione, in una struttura in via di smantellamento. E la foto delle mucche al pascolo sembra la conferma di questo disarmo che i madoniti vivono con fatalismo e amarezza: «Aspettano di essere elitrasportate in pascoli di bassa quota - ha scritto Vincenzo Lapunzina di “Madonie notizie” scherzando sulle mucche - La nuova transumanza.
Lattuca vorrebbe partorire li. Non è urgente, la rassicura il responsabile dell'area d'emergenza, può benissimo partorire in qualche pianoro del nisseno, alla fine che differenza c'è, anche quello è un "punto" nascita. A pensarci bene. Porca vacca».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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