Centoquattordici scosse. Tante se ne sono registrate questa notte, tra Marche e Umbria, tre le province di Rieti, Macerata, Perugia e Ascoli Piceno. In provincia di Perugia la più forte, con una magnitudo 4.2 a 11 chilometri di profondità e a soli tre chilometri di distanza da Norcia, colpita duramente dal sisma.
Qualche migliaio di persone hanno deciso di passare la notte in macchina, piuttosto che in casa. Moltissime le auto nei 21 punti di raccolta individuati dal Comune di Rieti, con le zone nevralgiche - a partire dagli impianti sportivi - prese d'assalto dagli abitanti. Intanto il tribunale è stato sgomberato per una verifica danni.
Molti hanno dormito in auto anche a Norcia, dove le temperature sono scese durante la notte fino a due gradi. "Ora non c'è più niente - racconta un monaco benedettino ad adnKronos -, ho aiutato la gente ferita e ho pregato insieme a loro".
Tutte le scuole sono state chiuse ad Ascoli Piceno, in attesa di verifiche. Per precauzione, a Roma, sono state dichiarate inagibili le chiese di San Francesco, nel rione Monti e quella di piazza Sant'Eustachio. Chiuso per accertamenti il ponte Mazzini.
"Il sistema di protezione civile era già attivo - ribadisce intanto al Corriere della Sera Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile - perché stavamo gestendo il post sisma del 26 ottobre e prima ancora quello del 24 agosto. Gli interventi sul territorio sono stati immediati e così pure la risposta alle richieste di soccorso".
E proprio per questo, questa volta, di vittime non ce ne sono state. Dopo un'emergenza così lunga "è rimasta da spremere soltanto la buccia del limone", dice Curcio. Ma la Protezione civile "c'è. Pronti a resistere all'inverno."- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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