Spaccio di eroina nei parchi: gli affari dei richiedenti asilo

A Pordenone sgominata una pericolosa gang di giovani spacciatori: avevano tutti chiesto la protezione nel nostro Paese

Spaccio di eroina nei parchi: gli affari dei richiedenti asilo

Hanno richiesto l'asilo in Italia per i motivi più disparati. In realtà fanno tutti parte di un "pericoloso gruppo criminale" - come li definisce senza mezzi termini la polizia - che si dedicava a spaccio di droghe come eroina, cocaina e hashish nel centro e nei parchi di Pordenone.

Questa mattina è quindi scattato il blitz: gli agenti hanno arrestato alcuni pakistani e un bengalese, mentre altri due provvedimenti cautelari hanno riguardato un nigeriano e una ragazza italiana. Sono tutti disoccupati e molti di loro richiedenti asilo nel nostro Paese. Avevano però tirato su un business da decine di migliaia di euro attraverso la vendita di stupefacenti. Le droghe arrivavano da due canali "fidelizzati" di rifornimento, localizzati a Milano e Mestre (Venezia).

Sono centinaia e centinaia di episodi di spaccio di eroina, cocaina, hashish, in pieno giorno e nelle centralissime piazze cittadine accertate nelle indagini della polizia. La droga veniva ceduta anche a giovanissimi assuntori.

"Seguo personalmente la vicenda: almeno due degli arrestati potranno essere espulsi, anche per effetto del Decreto sicurezza", ha promesso Matteo Salvini, "Tolleranza zero per i delinquenti, la pacchia è finita".

E nel pomeriggio l'annuncio: grazie al decreto sicurezza uno dei richiedenti asilo di Pordenone arrestato è stato immediatamente ascoltato dalla commissione territoriale di Trieste per valutare la fondatezza della sua richiesta di asilo. E così A. N. K., pakistano classe 1994, sarà espulso. "Grande soddisfazione. Il Decreto sicurezza si dimostra un efficace strumento contro i finti rifugiati che ci portano criminalità".

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