La spada dell'Iva pende sulla testa degli italiani. Un aumento dell'imposta sul valore aggiunto sarebbe stata suggerita dall'Europa al governo italiano. La pretesa dell'Unione europea di un aumento ordinaria dell'Iva al 24% e di quella agevolata al 13% sarebbe dunque uno dei punti all'ordine del giorno da parte di Bruxelles per quanto riguarda i conti italiani. E questa ipotesi di certo non fa piacere agli imprenditori. I consumi sono già ridotti e l'aumento dell'Iva potrebbe affossarli del tutto. Così Unimpresa chiede al governo di non cedere alle richieste di Bruxelles: "L'Unione europea vuole imporre subito all'Italia l'innalzamento delle aliquote Iva, quella ordinaria dal 22% al 24% e quella agevolata dal 10% al 13%. La richiesta è arrivata al governo italiano e si inquadra in una manovra, studiata nei dettagli dai tecnici di Bruxelles, volta allo spostamento del carico fiscale dal lavoro ai consumi. Il caldeggiato inasprimento dell'Imposta sul valore aggiunto, pertanto, è slegato dall'eventuale azionamento delle clausole di salvaguardia previste dalle leggi di stabilità e di bilancio approvare negli scorsi anni. Ma a nostro giudizio, l'Italia non deve dar seguito a questa pretesa e respingerla fortemente: si tratterebbe di un'altra stangata di tasse che rischierebbe di massacrare la ripresa economica", spiega il vicepresidente Claudio Pucci in una nota. "Il progetto prevede di utilizzare il maggior gettito derivante dall'incremento delle aliquote Iva come risorse per crediti di imposta sui redditi più bassi", prosegue Pucci, segnalando che "le stesse simulazioni della Commissione, però, mostrano come gli stipendi avrebbero benefici assai contenuti a fronte di sicuri aumenti dei prezzi che finirebbero col fiaccare i consumi e dunque di mettere una zavorra alla crescita del Paese".
"Riteniamo pertanto fondamentale che l'esecutivo guidato da Paolo Gentiloni non di seguito a questa ennesima, assurda imposizione dell'Unione europea", conclude il vicepresidente dell'associazione.
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