Fascista non è essere fascista o simpatizzante del Ventennio ma impedire con la forza che qualcuno lo sia. Fascista è comprimere come proposto dall'onorevole Fiano del Pd - idee e libertà anche se queste non costituiscono minaccia concreta alle istituzioni o alla sicurezza pubblica. Fascista è cancellare, distruggere come vorrebbe fare la Boldrini monumenti e architetture che, anche nel male, sono un pezzo di storia di questo Paese. Fascista, insomma, è essere comunista, ideologia peraltro molto più sanguinosa e tragica della prima.
Quella che sembra la classica polemica estiva l'inasprimento delle norme contro l'apologia del fascismo è in realtà un pericoloso rigurgito illiberale. L'Italia si è già dotata di leggi per impedire la ricostituzione di un partito fascista e di strumenti per vigilare che nostalgie o passioni restino confinate nella sfera privata. Invadere pure quella, sanzionando anche la mera circolazione o il possesso di documenti, foto e ridicoli gadget che rimandano al Ventennio, non solo è tecnicamente impossibile, ma è cosa da dittatura.
Siamo al rogo dei cimeli, alla caccia alle streghe. Oggi il fascismo, domani a chi tocca? Perché no, ai comunisti, a lungo alleati e simpatizzanti dell'Unione Sovietica di Stalin (abbiamo invece vie dedicate a Stalingrado, città eretta in onore di un boia). E perché no, mettere al bando tutto ciò che riporta a Pio IX, il Papa che si oppose con le armi all'Unità d'Italia.
Questa offensiva estiva contro le basilari libertà di opinione non solo è umiliante per una democrazia, è più semplicemente stupida. La circolazione delle idee e dei loro simboli non può costituire reato. Abbiamo più cautele nei confronti dei simpatizzanti dell'Isis che di un innocuo bagnino affascinato dal Duce. Per espellerli infatti occorre provare che la loro infatuazione sia sul punto di trasformarsi in atti pericolosi, trovare indizi di una complicità attiva con terroristi conclamati.
Se per fascismo intendiamo il pericolo di quel preciso periodo storico possiamo dormire sonni tranquilli.
Non invece se per fascismo intendiamo un rigurgito di leggi illiberali. Perché per metterle in atto non necessita portare la camicia bruna e intonare Faccetta nera. A volte basta la faccia rassicurante di un deputato del Pd. Come quella di Fiano.
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