Scabbia, Hiv, meningite, sifilide e infezioni del tratto respiratorio come la tubercolosi. A bordo delle navi "Aquarius" e "Vos Prudence" l'allerta era massima. Tanto che i S.A.R. Report Rescues sulle condizioni sanitarie degli immigrati assistiti dai volontari della Ong avevano messo nero su bianco i rischi di "trasmissione di virus o agenti patogeni contratti durante il viaggio". Eppure, ben sapendo della pericolosità degli indumenti indossati dagli stranieri e dei rifiuti sanitari, gli indagati (ben ventiquattro) se ne infischiavano e li riversavano in Italia, buttandoli dove capitava nei porti di primo approdo (guarda il video).
"Ho fatto bene a bloccare le navi delle Ong, ho fermato non solo il traffico di immigrati ma da quanto emerge anche quello di rifiuti". A distanza di mesi dall'estate di fuoco, durante la quale ha imposto la chiusara di tutti i porti italiani alle navi delle Ong che, dopo aver recuperato i clandestini davanti alle coste libiche, li portavano fin sulle coste italiane, Matteo Salvini incassa l'evidenza (a questo punto anche giuridica) della politica attuata per fermare gli sbarchi. Dalle indagini della procura di Catania sui rifiuti pericolosi scaricati nei porti italiani dalle navi di Medici senza frontiere, sono infatti emersi particolari a dir poco inquietanti. Pur essendo a conoscenza della pericolosità dei vestiti indossati dagli immigrati durante la traversata del Mediterraneo per arrivare nel Vecchio Continente, i volontari della Ong li scaricavano in Italia senza curarsi delle benché minime misure igieniche di sicurezza per evitare il contagio. Secondo quanto emerso dalle indagini, gli indagati smaltivano, "in modo indifferenziato", gli "indumenti contaminati indossati dagli extracomunitari, gli scarti degli alimenti somministrati" a bordo e "i rifiuti sanitari infettivi utilizzati per l'assistenza medica", eludendo le rigide regole che imponeva loro di classificarli come "pericolosi" e "ad alto rischio infettivo".
"Sono stati rilevati 5.088 casi sanitari a rischio infettivo su 21.326 migranti sbarcati", scrive nel provvedimento la procura di Catania. Le accuse sono state acquisite dagli inquirenti in una maxi operazione, denominata "Borderless", fatta di intercettazioni telefoniche, telematiche, ambientali e video costanti. Non solo. Sono passate al setaccio anche tutte le documentazione marittima, sanitaria e commerciale ralasciate dopo gli sbarchi e gli scali tecnici delle navi delle Ong. La pericolosità dei vestiti indossati dai clandestini veniva addirittura indicata anche nei rapporti sui salvataggi dove si parla delle condizioni sanitarie drammatiche delle persone assistite in mare della nave Aquarius. Durante gli innumerevoli salvataggi i volontari della Ong hanno, infatti, segnalato frequenti casi di scabbia, Hiv, tubercolosi e meningite. Per l'illecita attività di smaltimento dei rifiuti pericolosi sono finiti sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti ben trentasette sbarchi operati dall'Aquarius, nave gestita dal Medici senza frontiere e da Sos Méditerranée, e altre sette effettuati dell'altra imbarcazione di Msf, la Vos Prudence. In totale, secondo la procura di Catania, ci avrebbero esposti a circa 24 tonnellate di rifiuti pericolosi. Il tutto per far risparmiare alla Ong circa 460mila euro.
Ventiquattr'ore prima dell'approdo a un porto, per effettuare uno sbarco o uno scalo tecnico, il comandante della nave trasmetteva alle autorità marittime e all'agenzia marittima raccomandataria il modulo di notifica che indicava la categoria e i quantitativi di rifiuti da smaltire. In ragione della tipologia dei rifiuti da sbarcare, il gestore dell'impianto portuale organizzava il servizio di raccolta e, al termine delle operazioni, l'operatore ecologico consegnava al comandante il "buono di servizio giornaliero" che è valido come ricevuta di effettiva consegna dei rifiuti dichiarati.
Mai, durante tutta questa trafila pensata proprio per mettere in sicurezza i cittadini, Medici senza frontiere e la nave Aquarius hanno segnalato che stavano scaricando in Italia indumenti, scarti di alimenti e rifiuti sanitari infettivi che, come ipotizza la procura di Catania, avrebbero potuto trasmettere "scabbia, Hiv, meningite e infezioni del tratto respiratorio come la tubercolosi" a chiunque ne fosse venuto in contatto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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