Teme la figlia sia lesbica, madre le "presta" il suo amante

Condannata dal tribunale di Torino una donna di 57 anni per aver acconsentito alla relazione tra la figlia minorenne e un ragazzo

Teme la figlia sia lesbica, madre le "presta" il suo amante

Aveva ospitato quel ragazzo di 18 anni in casa. Prima ha ceduto e ci è andata a letto, poi - preoccupata per la figlia che "stava sempre con le amichette" - ne ha favorito l'amicizia e infine, con "consenso e approvazione", ha permesso che facesse sesso con la bambina di appena 14 anni.

La donna, una 57enne italiana, è stata condannata dal Tribunale di Torino a 4 anni e 6 mesi di reclusione oltre alle pene accessorie che vaddo dalla perdita della responsabilità genitoriale all'esclusione dalla successione della figlia, passando per l'interdizione perpetua da incarichi in scuole, uffici o istituzioni frequentate prevalentemente da minori. La condanna è arrivata per "concorso in atti sessuali con minorenne", per cui il giovane maggiorenne aveva patteggiato 1 anno e 8 mesi di galera (sospensione condizionale).

La storia, come racconta il Corriere, inizia qualche anno fa quando la donna, separata dal marito, decide di accogliere in casa per qualche mese un ragazzo appena maggiorenne. Tra i due cerca nascere un certo feeling, tanto che "una volta ho ceduto, ma non ci fu mai una relazione. Era una brava persona, mi dava stabilità, mio marito se n’era andato via di casa". E così appoggia l'inizio della "relazione" con la figlia di 14 anni. "Io ero preoccupata per mia figlia — ha dett la mamma, come riporta il Corriere — che stava quasi sempre con le sue amichette: non mi dispiaceva che fosse la sua fidanzatina. Lui era un bravo ragazzo e non pensavo andassero oltre i baci, di affetto, che c’erano stati. Io ne ho sette (di anni, ndr) di differenza con mio marito, non pensavo potesse accadere tutto questo: lui mi diceva che non cercava sesso".

E invece non è andata così. La relazione con la bambina da normali baci si trasforma rapidamente in altro. "Trovai delle lettere di mia figlia, in cui si parlava del loro rapporto sessuale", racconta la donna che si arrabbiò "con mia figlia, che presi a schiaffi e con lui". Secondo il pubblico ministero, però, il racconto della madre non sarebbe del tutto veritiero. Anche perché la versione fornita dalla figlia e dal ragazzo è diversa. E assegna alla donna un ruolo nella (brutta) faccenda. "Quella donna era una manipolatrice, e sfruttò l’innamoramento del ragazzo per la piccola", ha detto il pm durante la requisitoria.

"Un giorno disse a lui: 'So che stai con mia figlia, ma non puoi stare anche con me?'". La bambina avrebbe confessato quanto successo solo qualche mese dopo alla preside della scuola, che allertò prontamente la polizia municipale.

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