In Tunisia una studentessa universitaria ha impiegato 5 lunghi anni della sua vita accademica per cercare di dimostrare che la terra è piatta. In barba a Newton, Copernico e Galileo. Il suo obiettivo, si legge nel documento, era quello di "rovesciare le leggi di Newton, Keplero e Einstein, vista la debolezza dei loro fondamenti e a proporre una nuova visione della cinematica degli oggetti conforme ai versetti del Corano".
Lo chiameremo sistema "coranocentrico". La tesi non è poi così lontana dalle posizioni assunte dalla Chiesa qualche secolo fa, solo che da allora sono arrivate le scuse del Papa per un errore dettato dall'incapacità di valutare le nuove scoperte scientifiche. Che si cerchi di tornare indietro nel 2017 fa sinceramente sorridere. O forse piangere. La studentessa è iscritta all'università di Ingegneria di Sfaz e avrebbe ottenuto il suo titolo di dottoranda se non fosse stato per la Rete. Sul Web, infatti, non appena si è diffusa la notizia dei suoi studi, è montata una polemica che è arrivata fino al palazzo del ministero dell'Istruzione. Si è ribellata allo studio antistorico anche e Faouzia Charfi, docente di fisica e militante molto rispettata in ambito accademico e politico.
Alla fine i membri della commissione di laurea di dottorato di Sfaz hanno preferito respingere la tesi, riconoscendo peraltro "le gravi mancanze di ordine scientifico e etico". Bocciata. Eppure qualcuno deve aver sostenuto la studentessa nel corso degli ultimi 5 anni. E infetti, al suo fianco per riesumare le teorie tolemaiche c'era il professor Jamel Touir.
Per il professore "la studentessa era stata incoraggiata da alcuni ricercatori americani che le hanno inviato delle pubblicazioni della Nasa" e quindi meritava di arrivare in fondo alla tesi. Poi ha dovuto fare un passo indietro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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