Il ministero della Giustizia manderà gli ispettori in Procura a Parma, città appena conquistata dai grillini sulla scia di un’inchiesta della magistratura che mostra parecchi lati oscuri. I tempi della giustizia italiana sono quelli che conosciamo, le prime denunce sull’operato degli inquirenti parmigiani (tra cui interrogazioni parlamentari e un esposto al procuratore generale presso la Corte di cassazione firmati dal senatore pdl Filippo Berselli) risalgono a quasi un anno fa. Nel frattempo sono cambiate un po’ di cose:l’amministrazione è stata terremotata dagli arresti, il sindaco Pietro Vignali ( centrodestra) ha dovuto abbandonare, Grillo ha piantato la bandierina su un municipio importante.
Intrighi, favori, fughe di notizie, conflitti di interesse sono lo scenario descritto da Berselli che gli ispettori di Via Arenula dovranno verificare. Varie vicende si intrecciano tra le carte dell’inchiesta che portò all’arresto di 11 tra amministratori e funzionari del Comune, tra cui un assessore e il capo dei vigili, Giovanni Maria Jacobazzi, che finì in cella giusto un anno fa, alle 5 del 24 giugno 2011, con spiegamento di forze degno di un’operazione antimafia. Poche ore dopo il procuratore Gerardo Laguardia tenne una conferenza stampa in cui - secondo Berselli- rivelò particolari coperti da segreto, come i nomi di alcuni politici indagati, prima che arrivasse l’avviso di garanzia. Pochi giorni prima Alberto Cigliano, funzionario in servizio a Bergamo, aveva presentato domanda per concorrere al posto di comandante dei vigili di Parma. Cigliano è il marito della dottoressa Paola Dal Monte, la titolare dell’inchiesta, che aveva chiesto al Gip l’arresto di Jacobazzi. Il 27 giugno Jacobazzi si dimette ma il magistrato si oppone alla richiesta degli arresti domiciliari fissando l’interrogatorio per il 28 luglio. La scarcerazione arriva il 2 agosto: per Jacobazzi è una sorta di confino, visto che sconterà i domiciliari nella residenza del fratello a Santa Marinella (500 chilometri da Parma).Il1˚agostoilmaritodelpm Dal Monte aveva sostenuto il colloquio per la poltrona di capo dei vigili. Purtroppo per lui il 29 settembre la sua candidatura viene bocciata. È un giorno importante per Parma, quello delle dimissioni del sindaco. Sottolinea Berselli, coordinatore Pdl in Emilia Romagna, che la pm Dal Monte avrebbe dovuto astenersi dall’inchiesta per le «gravissime ragioni di convenienza» e la «commistione di ruoli che ha visto l’accusatore aspirare al ricongiungimento familiare a spese di un suo indagato e arrestato». Il procuratore Laguardia con il suo «assordante silenzio» avrebbe «clamorosamente violato i propri doveri di vigilanza e controllo sui suoi sostituti».
Nella vicenda si mescolano altre situazioni. Il pm e il procuratore avrebbero ottenuto il trasferimento da Parma a Reggio Emilia di due sottufficiali dei carabinieri per aver intralciato le indagini: in dicembre la Commissione disciplinare presso il ministero della Giustizia avrebbe invece prosciolto i due militari da ogni addebito perché «il fatto non sussiste».C’è anche un’altra sospetta incompatibilità, perché la figlia di Laguardia, Maria Anna, fa l’avvocato proprio a Parma. Un caso non isolato: è avvocato anche la figlia del presidente del tribunale Roberto Piscopo, Ambra, la quale ebbe una «love story» con Jacobazzi.
Su questo intrico di interessi dovranno fare luce gli ispettori del ministero, secondo quanto comunicato dal sottosegretario Salvatore Mazzamuto.
Sotto esame finiranno la «gravissima fuga di notizie apparentemente ascrivibile al procuratore », il trasferimento dei due carabinieri, gli «eventuali profili di incompatibilità del procuratore» per il lavoro della figlia e «la mancata astensione del sostituto Dal Monte».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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