Proseguono le indagini degli inquirenti determinati a catturare il feroce assassino di Stefano Leo, il 33enne di Biella che sabato scorso ha perso la vita a Torino dopo essere stato accoltellato alla gola.
Stando alle ultime informazioni riportate da “La Stampa”, i carabinieri sono sulle tracce di un nordafricano, definito come un soggetto altamente pericoloso. Un killer spietato che ha letteralmente sgozzato la sua vittima, producendo con mano ferma un taglio profondo nella gola di Stefano, il quale non ha avuto scampo.
Nonostante la gravissima ferita, il 33enne è riuscito a percorrere ben 60 metri a piedi per cercare aiuto, ma prima che arrivassero i soccorsi si è accasciato a terra. Nulla è servito a salvarlo.
Constatato di trovarsi di fronte ad un caso di efferato omicidio, le autorità hanno avviato le indagini praticamente da subito. Il tratto di strada tra corso San Maurizio e via Napione è stato chiuso per consentire i rilievi, e sono state acquisite tutte le immagini disponibili ricavate dalle telecamere di sorveglianza. Sono decine e decine i filmati ora al vaglio degli inquirenti.
A Torino, nel frattempo, permane l’allerta. Stando anche a quanto riferito da alcuni testimoni, l’assassino di Stefano sarebbe un nordafricano dal fisico asciutto, i capelli rasati ai lati della testa ed una lunga coda di dread. I carabinieri del nucleo Radiomobile, impegnati nelle ricerche, parlano di un personaggio irascibile e violento, che dopo l’omicidio si è diretto verso piazza Vittorio, facendo perdere le proprie tracce. Probabilmente si tratta di un senza fissa dimora, ecco perché i militari lo stanno cercando nei vari dormitori a disposizione in città, come negli ospedali o nelle stazioni.
Il pubblico ministero Ciro Santoriello ha disposto l’autopsia sul corpo di Stefano, eseguita nella giornata di oggi. La lacerazione alla gola che ha provocato la morte del ragazzo è apparsa netta e precisa. A provocarla un coltello a serramanico, o forse un grosso pugnale affilato.
L’ipotesi di rapina è già stata esclusa. Tutti gli oggetti che il 33enne aveva con sé per andare a lavoro non sono stati minimamente toccati. Pare più probabile che si sia trattato di una brutale aggressione, ed a rendere ancora più agghiacciante la vicenda è il fatto che gli inquirenti siano convinti che alla base della violenza non vi sia alcuna reale motivazione.
Il killer, dunque, potrebbe avere ucciso “semplicemente” per il solo piacere di farlo. Ma nessuna ipotesi è esclusa.
Intanto è enorme il dolore dei parenti di Stefano e dei suoi amici, sconvolti da quanto è accaduto.
Parlando al “Corriere della Sera”, la
madre del giovane invoca giustizia. “Era un ragazzo buono, non mi ha mai dato problemi. Ci sentivamo tutti i giorni, se fosse stato preoccupato me ne sarei accorta. Chi ha visto si faccia avanti”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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