La Cassazione dice "no" al panino da casa portato a scuola

La battaglia legale era iniziata da un comitato di genitori torinesi, che insieme al Comune e al ministero dell'Istruzione si erano rivolti ai giudici. Oggi il pronunciamento definitivo della Suprema Corte: "Non è configurabile come diritto"

La Cassazione dice "no" al panino da casa portato a scuola

Nessun panino portato da casa propria all'interno delle mense scolastiche. A stabilirlo sono stati i giudici della Suprema Corte con una sentenza, depositata proprio in queste ore, che dice no alla pietenza portata dall'esterno. Perché, per la Cassazione, "un diritto soggettivo perfetto e incondizionato all'autorefezione individuale, nell'orario della mensa e nei locali scolastici, non è configurabile e, quindi, non può costituire oggetto di accertamento da parte del giudice ordinario, in favore degli alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado". La decisione è arrivata a poco più di un mese dalla riapertura delle scuole.

Il pronunciamento, quindi, ha smentito e, di fatto, annullato la sentenza della Corte d'Appello di Torino del 2016, che aveva affermato la sussistenza, alla luce delle norme vigenti e dei principi costituzionali in tema di diritto all'istruzione, all'educazione e all'autodetermnazione in tema di scelte alimentari, di diritti soggettivi dei genitori degli alunni delle scuole dell'obbligo, sia della scelta per i propri figli tra il servizio di ristorazione scolastica e il pasto portato da casa, ma anche il relativo consumo nei locali della scuola, nello stesso orario in cui è attiva la mensa.

Quindi, alla luce della decisione presa dai giudici, niente più panino per gli studenti. Quella con il capoluogo piemontese è stata una lunga battaglia legale che, come riportato da Repubblica, con questa sentenza, sulla base di un ricorso presentato dal ministero dell'Istruzione e del comune di Torino, si conclude. Nel 2017, il tribunale di Torino aveva deciso che i genitori potevano scegliere se consegnare il pranzo ai propri figli o iscriverli alla mensa. Tutto era partito da un comitato di genitori torinesi, sostenuti dal loro legale, Roberto Vecchione.

"Alla luce del nuovo pronunciamento delle Sezioni Unite", ha dichiarato l'assessore all'Istruzione del Comune di Torino, Antonietta Di Martino, "l'amministrazione procederà a supportare le famiglie e le scuole nelle prossime delicate fasi organizzative che conseguono il suddetto pronunciamento".

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