Toscani e Benetton ci ricascano: altre foto dell'Italia multietnica

Il fotografo continua a lavorare per la Benetton con una campagna per l'integrazione. Ma gli italiani non si vedono: sono tutti stranieri

Toscani e Benetton ci ricascano: altre foto dell'Italia multietnica

Oliviero Toscani continua a lavorare per la Benetton e torna a colpire dopo la campagna pubblicitaria di giugno sull'arrivo dei migranti. Questa volta con due fotografie che ritraggono la loro idea d'Italia, quella multiculturale e soprattutto multietnica. Come riporta Il Gazzettino, questa volta sono due le foto incriminate, "la prima rappresenta un gruppo di studenti universitari di medicina. Tra loro ci sono una nigeriana, un’indiana, un ciadiano, un anglo-srilankese e un italo-nigeriano, che stanno studiando per dare il loro contributo all'interno del sistema sanitario nazionale". Nessun italiano quindi: solo stranieri.

La seconda foto invece ritrae un gruppo di professionisti, tutti naturalmente di diverse nazionalità, per rappresentare la visione dell'Italia che Olivero Toscani e la United Colors of Benetton vogliono dare al mondo. Nella fotografia ci sono un agente di polizia della questura di Enna, l'assessore all'Istruzione del comune di Scandicci, un imam di Roma, un medico e un avvocato di Milano e un prete della diocesi di Pavia. Le loro origini ovviamente tutto fuorché italiane: Camerun, Senegal, Indonesia, Togo, Repubblica Democratica del Congo.

L'idea di Benetton e Toscani e che queste immagini debbano rappresentare l'Italia del presente e del futuro e il contributo che danno gli stranieri che vivono in Italia. Idea lodevole: ma perché puntare solo su di loro e non anche sugli italiani? Integrazione, se vera, deve avere come idea di base non l'assenza di chi nasce e vive in un Paese, ma la convivenza di diverse culture ed etnie senza dimenticare chi rappresenta la maggioranza.

Altrimenti si scade nell'ideologia: come appunto quella del fotografo. Che non è certo nuovo a questo genere di trovare ma che dimostra di non essere a contatto con la realtà del nostro Paese. Né di sapere cosa sia realmente "integrazione".

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