Liguria, Toti nega il patrocinio al Gay Pride: "Scelta di coerenza"

In linea con il Comune, anche la Regione Liguria non appoggia la marcia per i diritti LGBT. E Scalfarotto s'infuria

Liguria, Toti nega il patrocinio al Gay Pride: "Scelta di coerenza"

"Abbiamo negato il patrocinio perché si tratta di un evento non in linea con le nostre politiche sulla famiglia". Questa la sintesi della nota pubblicata ieri dall'assessore regionale ligure alla cultura, Ilaria Cavo, con cui la Regione ha ufficializzato la decisione di negare il placet al Gay Pride che si terrà a Genova il prossimo 16 giugno. La decisione della giunta Toti arriva a distanza di un mese da quella del sindaco del capoluogo, Marco Bucci, che aveva respinto la richiesta di patrocinio del comitato organizzatore Coordinamento Liguria Rainbow parlando di “evento divisivo per la città”.

La marcia per i diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender non avrà l'appoggio neppure della Regione. La “trattativa” tra l'ente diretto da Giovanni Toti e il comitato organizzazione era partita nel peggiore dei modi, dopo che la Regione si era rifiutata di partecipare all'audizione richiesta dal Liguria Rainbow per chiedere la sponsorizzazione della propria iniziativa.

L'assenza di esponenti della giunta regionale a questo incontro aveva incrinato le speranze del comitato organizzatore, azzerate poi dalla nota pubblicata ieri pomeriggio dall'assessore Cavo. “Nessuno si vuole nascondere dietro a un dito. In merito al Liguria Pride – ha scritto l'ex giornalista prestata alla politica – la giunta regionale fa una scelta di coerenza e chiarezza. La risposta può non piacere, ma rispetta e tempi richiesti: la posizione di questa giunta è chiara e non ipocrita”, ha concluso Cavo.

Una presa di posizione che non è andata giù al comitato organizzatore e alle opposizioni in Consiglio regionale. Sulla propria pagina Facebook, il Coordinamento Liguria Rainbow ha descritto la decisione della giunta come una “ennesima dimostrazione di omofobia”, mentre il capogruppo Pd in Regione, Giovanni Lunardon, ha accusato il governatore di “portare indietro l'orologio dei diritti all'età della pietra”.

Sulle barricate anche i deputati democratici Paita e Scalfarotto, che hanno parlato di “vicenda indegna, incresciosa e offensiva: l'ennesima dimostrazione di un’idea di società retrograda e reazionaria propria di questa destra estremista”.

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