Le tre grandi bugie

Le tre grandi bugie

Hanno ragione Franco Battaglia - che i lettori del Giornale conoscono bene - e Franco Prodi, fisico e fratello di Romano, che ridicolizzano questa «fesseria» dell'Italia tropicale. L'uomo ha le sue responsabilità, ma andarle a rintracciare nel «riscaldamento globale», è come accusare il signor Kalashnikov dell'ultima strage di mafia. Ci sono tre contraddizioni evidenti.

1. In Florida è arrivato un uragano potentissimo. Eccezionale, ma non unico. Al suo culmine ha provocato tre morti (il dato ovviamente potrebbe aggravarsi). Tutti per incidenti stradali. I danni materiali saranno ingenti. Ma, con il rispetto delle vittime, si tratta di una gestione ottima di un evento atteso. Nelle stesse ore, un fenomeno atmosferico molto più blando ha ucciso a Livorno sette persone. Razionalmente possiamo solo dire che la natura è forte, spietata, ma che l'uomo, se si attrezza, può cercare di resistere. Aggrapparsi ai cambiamenti climatici per scusare le deficienze organizzative e politiche è vigliacco.

2. L'uragano Irma doveva colpire la costa est della Florida (Miami per intenderci) con maggiore forza rispetto a quella ovest. È avvenuto il contrario. In Liguria, dove ha piovuto senza drammi, si prevedeva un codice rosso e a Livorno, dove è avvenuta la tragedia, l'allerta era inferiore. Come ci ha spiegato Zichichi su questo Giornale, le previsioni climatiche a dieci anni devono risolvere tante di quelle variabili che sono impossibili. Persino le previsioni meteo a poche ore sono imprecise. Non ci dicono i litri esatti di pioggia, la temperatura al centesimo e financo l'avverarsi del temporale stesso. Non possiamo prevedere il tempo di domani al centesimo, ma la temperatura del globo tra dieci anni? E proprio su queste previsioni futuribili (considerate un dogma religioso) ci fanno sentire in colpa oggi.

3. Molto si è scritto della follia di costruire sul greto del fiume, sulla chiusura del torrente, sull'edificazione in zone sbagliate. Tutto vero. Ma chi lo sostiene ha mai fatto un salto a Miami beach? Si rendono conto dove l'uomo si è azzardato a costruire grattacieli di quaranta piani? Non esiste posto al mondo, forse Manhattan, in cui è più evidente la forza presuntuosa dell'uomo che con la sua scienza ha voluto sfidare la natura. Il problema non è Irma, non sono le strade allagate, ma l'esistenza di Miami beach.

E sentire le signore barricate nei loro attici milionari, vista oceano, denunciare dall'alto del loro «abuso edilizio legalizzato» che la situazione in cui si trovano è colpa del riscaldamento globale fa ridere, se non facesse piangere per la sua ipocrisia.

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