"L'aspetto fisico della vittima è irrilevante". Così i giudici della Corte di Cassazione hanno spiegato le ragioni dell'annullamento della sentenza della Corte di Appello di Ancona, che aveva assolto due giovani, accusati di violenza sessuale di gruppo su una ragazza peruviana.
La Suprema Corte, inoltre, ha specificato che l'aspetto fisico non può essere preso in considerazione per determinare la credibilità o meno della denuncia della vittima. Nella sentenza della Corte d'Appello, infatti, i giudici avevano fatto riferimento anche alla "mascolinità" della vittima. Non solo. Nelle carte, infatti, la ragazza veniva definita "scaltra peruviana": secondo l'Appello avrebbe potuto essere stata proprio la giovane a organizzare "la serata goliardica, trovando una scusa con la madre, bevendo al pari degli altri, per poi provocare" uno dei due imputati, "inducendolo ad avere rapporti sessuali quasi per una sorta di sfida nata per gioco". Una ricostruzione, che i giudici ermellini ritengono "meramente congetturale".
Ora, la Corte di Cassazione annulla l'assoluzione dei due giovani e rimanda la sentenza al mittende, chiedendo di riesaminare il caso e di ripercorrere i fatti, svoltisi il 9 marzo del 2013 a Senigallia.
La difesa della ragazza aveva fatto ricorso, sostenendo che la ricostruzione delineata in Appello fosse inverosimile,"soprattutto se riferite a una ragazza di appena 22 anni, costretta ad affrontare uno dei peggiori traumi che una donna possa subire, tanto poi da essere costretta a causa della violenza sessuale subita a sottoporsi a un intervento chirurgico".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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