Unar, l'ente che finanzia le orge gay e aveva censurato la Meloni

L'Unar finisce al centro delle polemiche dopo il servizio de Le Iene. Petizione online per chiedere le dimissioni del direttore. E nel 2014 censurò Giorgia Meloni

Unar, l'ente che finanzia le orge gay e aveva censurato la Meloni

L'Unar, quello sconosciuto. Dell'esistenza dell'Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali (che fa riferimento al dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, quindi a Palazzo Chigi, cioè al governo) fino a ieri non ne era al corrente quasi nessuno. A parte i dipendenti, i diretti interessati, le associazioni che si sono attaccate alle sue mammelle per succhiare finanziamenti statali e Giorgia Meloni.

Meloni censurata

Già, proprio Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d'Italia, infatti, nel settembre del 2015 si trovò nella cassetta della posta una letterina proveniente dall'Unar. Si trattava di un richiamo formale scritto per i toni usati in pubblico in tema di immigrazione. L'ente coglieva "l’occasione per chiedere" alla Meloni "di voler considerare per il futuro, l’opportunità di trasmettere alla collettività messaggi di diverso tenore" sui migranti. Magari che fossero a favore dell'immigrazione. In sostanza una censura bella e buona, scritta su carta intestata, vidimata dalla Presidenza del consiglio e firmata da Marco De Giorgi. La leader di FdI protestò, lanciò una petizione con l'hashtag "Bavaglio di Stato", Matterella definì l'invasione di campo "anomala", e Palazzo Chigi chiese spiegazioni, anche se poi a Montecitorio Maria Elena Boschi difese l'operato dell'Unar. Tutto poi finì nel dimenticatoio. fino al servizio realizzato ieri dalle Iene.

Cos'è l'Unar

Andiamo per gradi. Per capire di cosa si occupa veramente l'Unar bisogna guardare il suo sito: l'Ente "ha la funzione di garantire parità di trattamento fra le persone", "di vigilare sull’operatività degli strumenti di tutela vigenti contro le discriminazioni" e di "contribuire a rimuovere le discriminazioni fondate sulla razza e l’origine etnica". Tutto e niente. E così organizza iniziative contro il razzismo, contro la violenza e per favorire "l'inserimento lavorativo per persone con disabilità". Il registro delle associazioni che si sono accreditate presso l'Unar è lungo: molte conosciute, altre meno note. Tutte ugualmente interessate ad ottenere finanziamenti pubblici in un sistema che però non sembra garantire gli adeguati controlli. Come rivelato dal servizio de Le Iene, infatti, nei locali di una delle associazioni gay che hanno ottenuto il finanziamento statale (55mila euro) in realtà si organizzano orge ed è diffusa la prostituzione. Altro che attività culturali contro le discriminazioni razziste, omofobe e via dicendo.

La petizione online

Intanto i movimenti cattolici si sono mobilitati con una petizione online per chiedere le dimissioni del direttore dell'Unar, Francesco Spano. A preoccupare i sottoscrittori, tra cui Generazione Famiglia, non è solo quanto emerso dal filmato delle Iene, ma anche il fatto che "l'Unar sia uno degli organi con cui maggiormente collabora il Ministero dell'Istruzione per introdurre nelle scuole dei nostri figli e nipoti progetti e attività sull'accettazione delle diversità". Ovvero la famigerata ideologia gender.

"Se l'Unar non controlla con precisione l'attività degli enti a cui destina decine di migliaia di fondi pubblici - si legge nell'appello online - è lecito chiedersi se non ometta pure di controllare l'attività delle associazioni di cui agevola l'ingresso nelle classi di bambini e ragazzi. Con dubbi raccapriccianti...".

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